
L’Ue si chiude a testuggine intorno a Kiev in uno dei momenti più difficili dell’Ucraina tra negoziati in stallo con Vladimir Putin che non «arretra» dalle sue condizioni e gli Usa che tengono appesi ad un filo gli aiuti militari, a partire dai fondamentali sistemi di difesa aerea Patriot. Il 10 luglio dalla base di Northwood, in Gran Bretagna, e da Roma ci sarà un doppio importante appuntamento: Keir Starmer e Emmanuel Macron riuniranno in call i 30 paesi Volenterosi, tra i quali anche la premier italiana Giorgia Meloni che alla Nuvola dell’Eur riunirà oltre 100 delegazioni per la Conferenza per la Ripresa dell’Ucraina.
Volodymyr Zelensky, che gira come una trottola per chiedere aiuti a Kiev e sanzioni a Mosca, parteciperà a entrambi gli eventi, anche a mostrare plasticamente il legame sempre più stretto con gli europei. La telefonata con Donald Trump sembra portare ad una schiarita sul nodo dei Patriot, che solo gli Usa possono garantire all’Ucraina. Ma anche per non dipendere dagli umori imprevedibili del tycoon, la Germania sta valutando la possibilità di acquistare sistemi Patriot dagli Usa per darli all’Ucraina. Il cancelliere Merz ha fatto presente «i sempre più brutali attacchi a Kiev» in una telefonata con Trump, perorando la necessità di non abbandonare la difesa dell’Ucraina.
Si muovono anche Macron e Starmer. I Volenterosi, nati a febbraio con l’obiettivo di strutturare una forza di peacekeepers dopo il cessate il fuoco, ha dovuto giocoforza ritarare i suoi obiettivi. E nella videoconferenza del 10 luglio, fa sapere l’Eliseo, si discuterà «su come mantenere seriamente la capacità di combattimento dell’Ucraina» e garantire la «rigenerazione dell’esercito ucraino».
Da Roma saranno collegati alla riunione dei Volenterosi anche Meloni e Merz. Proprio giovedì 10 comincia nella capitale la quarta conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, che vedrà anche la presenza della presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen. Meloni e Zelensky accoglieranno per due giorni circa 3500 partecipanti, tra i quali la moglie del leader ucraino Olena Zelenska, 40 organizzazioni internazionali, 2.000 aziende (di cui circa 500 italiane), centinaia di rappresentanti delle autonomie locali e della società civile. L’obiettivo della conferenza è quello di proseguire nella mobilitazione dei governi, del settore privato, delle istituzioni finanziarie internazionali, delle comunità locali e della società civile per la ripresa dell’Ucraina quando finalmente le bombe russe smetteranno di cadere sullo stato ucraino.
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