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Buon compleanno Phil Collins: 70 anni. Aspettando il nuovo tour dei Genesis

Phil Collins domenica 31 gennaio compie 70 anni e insieme al compleanno può festeggiare la liberazione del villone di Miami terreno di una guerra dei Collins con l’ex moglie Orianne Cevey che, con il nuovo compagno, l’aveva occupata rivendicandone la proprietà. Ma le buone notizie per Phil non finiscono qui sia sul fronte immobiliare che su quello musicale: sembra infatti che ci sia un acquirente pronto a versare 40 milioni di dollari per il villone della discordia.

Quel che è certo, e sicuramente più interessante, è invece che è già pronto «The Last Domino?», il nuovo tour dei Genesis con Mike Rutherford e Tony Banks. Le date in Inghilterra e Irlanda erano fissate per aprile ma, inutile dirlo, vista la situazione sono state rimandate. A guardare la sua carriera la prima cosa che viene da pensare è che Phil Collins rappresenta un caso rarissimo nella storia del rock. Già rappresenterebbe un’eccezione quello che è accaduto con i Genesis: il batterista, dunque per tradizione destinato alla Second Line, che diventa anche il cantante solista prendendo il posto di un gigante come Peter Gabriel. Con lui la band artisticamente ha cambiato strada ma ha ottenuto quel successo planetario da cui Peter Gabriel era fuggito. Ma non basta: da solista non solo si è creato una carriera da star ma si è tolto anche lo sfizio di incidere uno dei «fill» di batteria più famosi della storia, quello di "In The Air Tonight" ma anche di suonare come batterista nei Brand X, band amatissima dai cultori della musica a cavallo tra il Progressive e il jazz. Il tutto rimanendo il batterista, dal vivo ormai da anni insieme a Chester Thompson, e naturalmente il cantante dei Genesis. Mica poco.

Certo il dibattito tra i fan della prima ora dei Genesis resta aperto: dopo che se n'era andato Peter Gabriel, è uscito un album e se n'è andato anche Steve Hackett, che ancora oggi suona quel Progressive che la band ha inventato. Insomma con Phil Collins ha prevalso l’anima pop ma lui ha dimostrato di saperlo fare alla grande, rivelando sorprendenti doti di implacabile hit maker. Ma anche nei suoi tour più spettacolari dove era l’entertainer a prevalere sul musicista, nessuno si dimenticava che lui è anche un signor batterista, «il batterista di Nursery Crime, Foxtrot, Selling England By The Pound, The Lamb Lies Down on Broadway».

Ma non va neanche dimenticato che Phil Collins come solista ha venduto qualcosa come 150 milioni di copie nel mondo. Tra gli anni '80 e '90 ha spopolato: cover delle Supremes, "You Can't Hurry Love», poi «Against All Odds», tema del film "Due vite in gioco» super hit petalosa numero uno in tutto il mondo con tanto di Grammy, il duetto con Philip Bailey, l’album "No Jacket Required» best seller con «Sussudio» e «One More Night», poi Live Aid, con la doppia apparizione a Londra e Philadelphia, «Another Day in Paradise». Nel frattempo dai Genesis era uscito ma poco dopo ha rimesso in piedi la ditta e da allora la band è andata avanti alla grande. Phil Collins di cose ne ha fatte tantissime, come produttore, come batterista, come autore di successi tipo «Yoùll Be My Art», canzone di «Tarzan» il cartoon Disney che gli ha fruttato un Oscar e un Golden Globe e per non farsi mancare niente pure la stella sulla Walk of Fame. Ha davvero suonato e cantato con mezzo mondo, ha pure più volte pensato a smettere, la prima per dedicarsi alla famiglia, la seconda probabilmente per fare i conti con la salute. Un po' di tempo fa, in un’intervista a una rivista di batteristi, a chi gli parlava dei suoi fasti ai tempi dei primi Genesis e dei Brand X ha candidamente ammesso: «oggi non posso più suonare così veloce». Capita a tutti. Solo a Phil Collins capita però di aspettare di andare in tour con i Genesis.

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