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Un paio di playlist per te. L'intelligenza artificiale lo sa (e lo fa)

Attenzione: queste playlist sono del tutto casuali. Sarà che ci sono giorni in cui non sai cosa (chi) ascoltare, in cui non vuoi decidere, ma ti va comunque che qualcosa capiti. O semplicemente aspetti un'idea, quella congiuntura che ti porti altrove, magari dove ancora non sei stato. A scoprire quello che ti era sfuggito, chi nemmeno sapevi che esistesse. O a ritrovare quelli che avevi perduto, che non ricordavi più di avere incontrato.

Allargarsi, spostarsi più in là, oltre "questa siepe che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude". Per assonanza o per dissimulazione.
Una pubblicità, il sottofondo rubato qua e là, il tipo che passa con lo stereo al massimo e ti fa venire in mente che c'è altra vita oltre la tua. Un colore, un sapore, un odore. Una foto, un volto. Un modo di bussare alla porta, la suoneria di un cellulare. Non è così che avviene la composizione?

E quant'è bello, quant'è taumaturgico a volte farsi curare dalle cose qualsiasi e scoprirci dentro un mondo inesplorato, che magari pure (in qualche modo ancestrale) ti appartiene. Capiti quel che capiti (anche se, certo, l' "orrore" è dietro l'angolo. La sovraesposizione, la sovrapproduzione, le brutali regole del mercato non sono quasi mai alleati di bellezza…ma è un rischio che, centellinato, si può correre).

Qualche tempo fa (no, non è vero, è passata una vita) toccava prendere a caso un disco, sintonizzarsi su una frequenza radio e fidarsi del dj, cercare ispirazione in uno stato d'animo. Ecco, l'umore. Il sovrano di molte scelte, l'indicatore di tante giornate, l'ago che, da qualsiasi lato penda, punta un mood a cui, che si voglia assecondare o contrastare, non ci si può sottrarre. Umore e musica, musica e caso. Musica a caso.

Ora è sufficiente scaricare un’app e lasciare che l’algoritmo faccia il suo e il tuo corso. L’intelligenza artificiale che immagina per te, che ti apparecchia una tavolozza a cui devi solo sederti e consumare. Che ruba dalle tue ricerche e poi se le rivende per sue.
Ci sono pro e contro, non è sempre così? Una faccia con su la testa e quell'altra con la croce. Entri in Spotify (ma è solo una tra le tante) e trovi che ti dà del tu, che sa chi sei e perciò ti consiglia. In altri casi (se ti accontenti di qualità audio più scadenti), scarichi, scrivi come stai, di che colore sei e voilà…il gioco è fatto. E, di tanto in tanto, va fatto.

Ecco, queste sono un paio di quelle playlist. Playlist di riflessione, di sperimentazione. E nessuna canzone è stata maltrattata per l’occasione.

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