Oggi avrebbe compiuto 81 anni i, grande Faber. Per decenni ha illuminato il sentiero della musica italiana. Quella del popolo, viscerale, in grado di mettere la società di fronte alle proprie responsabilità. Tutto questo - anche di più - era Fabrizio De Andrè. Il “Faber”, come confidenzialmente veniva chiamato il cantautore ligure dal suo amicone Paolo Villaggio. Un cantore delle storie di prostitute, reietti sociali, assassini, carcerati discriminati, ma non solo: anche giudici e forze dell'ordine hanno animato i brani di De Andrè e raccontato l'Italia meglio di chiunque altro. Senza filtri, in rima. Ha parlato anche del boss Cutolo che, ironia della sorte, si è spento il giorno prima dell'81esimo compleanno di Faber.
Un'esistenza vissuta sempre al massimo e... con la chitarra al proprio fianco, fedele compagna di un'avventura artistica destinata a segnare la sua generazione ma anche quelle successive. Nella sua bara, prima della tumulazione, è stato messo anche un pacchetto di sigarette. Un vizio che gli costò caro (morto per un carcinoma polmonare), un corteggiamento al quale non seppe proprio resistere. Lui, analista canoro della tentazioni, a quella del fumo non disse mai di no.
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