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L'Opera di Roma fa il bis, stasera Traviata "come un film nel vuoto di teatro di oggi"

Gatti e Martone

L'Opera di Roma fa il bis con la lirica messa in scena come un film. Dopo l'exploit dello scorso dicembre per l'inaugurazione della stagione con il successo del 'Barbiere di Siviglia' diretto da Daniele Gatti, girato nel Teatro Costanzi senza pubblico e con la regia di Mario Martone, l'istituzione musicale della Capitale rilancia con 'La Traviata', sempre con il suo direttore musicale sul podio e con Martone che firma anche le scene nelle quali si muove il cast internazionale di interpreti prestigiosi formato da Lisette Oropesa, Saimur Pirgu e Roberto Frontali.

Il nuovo spettacolo, anche questo registrato senza pubblico, sarà trasmesso da Rai3 in prima serata il 9 aprile.
Il capolavoro verdiano, tratto da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, è la quarta nuova produzione operistica realizzata dal Teatro dell'Opera dall'inizio dell'emergenza Covid dopo Rigoletto dell'estate scorsa al Circo Massimo e Zaide, di Mozart, tre mesi dopo al Costanzi. L'allestimento dell'opera su libretto di Francesco Maria Piave è impreziosito dai costumi di Anna Biagiotti e dalla fotografia di Pasquale Mari.

"Senza il pubblico in teatro continuiamo a sperimentare nuove forme teatrali - ha detto il sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma, Carlo Fuortes -. Abbiamo chiesto a Daniele Gatti e Mario Martone, dopo il successo del recente Il barbiere di Siviglia, di lavorare ad una nuova produzione de La traviata di Giuseppe Verdi. Ed abbiamo rinnovato la proficua e fruttuosa collaborazione con Rai Cultura e con Rai3, che consentirà di allargare la platea del Costanzi a tutti gli italiani, anche a chi si accosta per la prima volta al teatro musicale".

Martone: "Traviata come un film nel vuoto di teatro di oggi"

Una 'Traviata' di Giuseppe Verdi, un'opera lirica ''che nasce in un teatro vuoto, come lo sono oggi drammaticamente tutti i teatri per colpa della pandemia, non realizzata e poi filmata, ma già costruita pensando alle riprese per farne un vero film, tanto da aver abolito la divisione in tre atti dell'originale, che pure seguiamo fedelmente'', spiega il regista Mario Martone. L'intento è quello di farne grande spettacolo, puntando su due scene centrali, ''le due grandi feste, due momenti dionisiaci, di sfrenatezza sociale che, alternandosi con la dimensione intima dei protagonisti, dà rilievo alla denuncia dura di Verdi di una società ipocrita e patriarcale, come accade anche nel 'Rigoletto'''.

Scene di festa e ballo (coreografie di Michela Lucenti), quindi, imprescindibili, a loro modo trascinanti, ma che ancor più evidenziano come il tutto stia avvenendo in un teatro vuoto.
''La sensazione di vuoto è stata una mia precisa volontà per far partecipi gli spettatori del dolore di questo momento di particolare difficoltà per il mondo dello spettacolo, che non deve comunque far morire l'immaginazione, coinvolgendovi lo spettatore, anche quello lontano, televisivo'', spiega Martone, aggiungendo che ''tutto è stato allestito seguendo i protocolli anti Covid cine-teatrali, eseguendo più tamponi e congegnando l'azione per mantenere certi distanziamenti, anche tra i coristi''. I due protagonisti sono impersonati da Lisette Oropesa (Violetta Valéry) e Saimir Pirgu (Alfredo Germont), mentre Giorgio Germont sarà interpretato da Roberto Frontali; Flora da Anastasia Boldyreva e il barone Douphol da Roberto Accurso, accanto ai quali saranno anche vari cantanti usciti da Fabbrica Young Artist Program dell'Opera di Roma. I costumi, che rimandano all'epoca, sono una creazione di Anna Biagiotti.

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