Giovedì 19 Dicembre 2024

Colapesce e Dimartino: primi dappertutto e pronti al live. "Leggerissimi"? Forse

Avevano previsto d’arrivare quinti al Festival, invece sono primi, dappertutto. L’album, “ Mortali² ”, stenta a decollare (ma in fondo è una riedizione, ci può stare). Si è un po’ perso nei meandri delle classifiche Fimi (in cui, peraltro, entra di pre-potenza una super nova, “Madame”, direttamente in testa alla lista). Eppure “Musica Leggerissima” un mese dopo continua a vibrare nell’air play come il più classico, il più augurabile (e augurale) dei tormenti. Era il pezzo più “bello” di Sanremo? No. Era il più “bravo”? Nemmeno. E loro due, Colapesce e Dimartino? Ecco, loro sì che sono la ragione del proprio successo. Autori di se stessi, una promozione sfrontata su ogni fronte, sapiente e anche inconsapevole: dal balletto che spopola su Tik Tok (che poi è il loro rito scaramantico pre-esibizione e che seppure secondo i due cantautori siciliani sposti un tantino l'attenzione fuori dal tema... fa gioco) alle suonerie dei cellulari (io ho un paio di amici che squillano così!). Dal video-spoiler massonico alle consulenze musicali, alle “recensioni” in diretta di Propagandalive. Passando per il podcast in cui raccontano l’intera gestazione della canzone, una di quelle che hanno “gravidato” per mesi prima di nascere, come un impulso ma addomesticato, tipo un’idea però ripensata. Incrociano tutti i gusti, parlano a tutte le generazioni, interpretano un mood universale con un linguaggio trasversale, “allegro ma non troppo”. Poi, anzi prima si era detto che in gara all’Ariston non ci fossero pezzi su questa disgraziata pandemia (Willie Peyote a parte, ma con tutt’altro taglio), ma allora che sarebbe quel «silenzio assordante, per non cadere dentro al buco nero che sta ad un passo da noi» di cui cantano? Non sono «parole senza mistero»? Ah, oltre alle radio, a You Tube, a Spotify, ad I Tunes… “Musica Leggerissima” è anche la più cercata su Shazam, e questo invece sì che è un mistero… cioè, c’è ancora qualcuno che non la conosce? Magari per il titolo esatto, forse per i loro nomi che fino a ieri erano stretti in una nicchia mentre ormai hanno colonizzato intere praterie di pubblico… tant’è. Insomma, Lorenzo e Antonio ci sono, puntano e spuntano. Crescono come i fiori nella primavera che tarda ad arrivare di questa nostra Povera Patria (c’è pure questa cover nel disco). Quel modo di fare sul serio senza prendersi sul serio, il metterci la faccia oltre la voce. La qualità della scrittura, il gusto nella struttura. Dei tre accordi, tutti minori, della costruzione del ritornello, in minore pure quello, dei sentori western e dei sapori antichi si è già detto abbastanza. Della data che è stata annunciata a Taormina per il 28 agosto ed è andata sold out in appena sei ore si potrebbe parlare, i detrattori potrebbero ridire che però la capienza del teatro Antico sarà ridotta per le disposizioni dovute alla pandemia. Ma scommettiamo che se ci sarà un bis, riempiranno pure quello nello stesso lampo? Perché suscita immedesimazione, suggerisce condivisione quella voglia di niente che «rimane in sottofondo, dentro ai supermercati, la cantano i soldati, i preti progressisti, la senti nei quartieri… si annida nei pensieri». Padri, madri, «i figli alcolizzati». Nonni vaccinati e nipoti scatenati. Se estate sarà, il loro sarà un assembramento… leggerissimo.

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