Voglia di comunicare leggerezza e sentimento nell’ultimo lavoro di Sal Da Vinci, che, dopo i singoli “Il cielo blu di Napoli”, “So’ Pazz e Te” e “Viento”, torna con “L’amore a cui non credi” (SDV/Artist First), disponibile su store digitali e piattaforme streaming. Scritto dall’artista partenopeo con Maurizio Fabrizio e Katia Astarita, su testo di Vincenzo Incenzo e arrangiamento di Adriano Pennino, il brano farà parte del nuovo album in uscita il prossimo settembre. Il pezzo, nato durante il lockdown, traduce la voglia di non fermarsi, nonostante la chiusura degli spettacoli dal vivo. «Nel periodo di maggiore chiusura per la pandemia ho attivato creatività e fantasia – ci dice – perché ho sentito un forte bisogno di comunicare sensazioni e raccontare storie che vedevo o di cui mi giungeva notizia. Nel caso de “L’amore a cui non credi”, con i miei collaboratori abbiamo cercato di rispondere alla domanda: “Siamo preparati alla felicità?” A volte non ci liberiamo di noi stessi, dei nostri pregiudizi, facendo prevalere la diffidenza; così non riusciamo ad esprimere ciò che abbiamo dentro, anche l’amore in tutte le sue sfaccettature». Uno stato d’animo descritto quindi senza struggimenti, ma con uno sguardo positivo sui sentimenti, che coinvolge l’ascoltatore… «Sentivo il desiderio di trasmettere leggerezza, realizzando una comunicazione popolare con la mia musica; e il nuovo album rappresenta proprio questo, così come i singoli precedenti. Infatti “L’amore a cui non credi” ha una tessitura popolare coerente con la veste che ho inteso dare a tutto l’album, ove ci saranno altri racconti in musica di storie d’amore: amori che vanno, arrivano, durano nel tempo o si trasformano. Inoltre il brano racchiude una vera e propria sceneggiatura dal forte impatto emotivo». Quando parli di sceneggiatura ti riferisci al video diretto da Mauro Russo, già autore di clip per Fedez, Marracash e Clementino? «Proprio così. Quando Mauro ha chiesto che tipo di tessitura volessi per mettere in immagini il pezzo, ho optato per un taglio cinematografico, perché mi piace avvicinare la mia musica al cinema, e trovare uno stile che va oltre la tradizionale operazione di trasposizione di un brano in un video pop. Mauro ha realizzato il mio desiderio e direi che ha fatto centro; infatti la nostra collaborazione continuerà con il video di un nuovo singolo di prossima uscita». Attualmente sei padrone di casa di “Koprifuoco 2.1”, in onda ogni martedì in prima serata sulla storica emittente privata Canale 21 (http://www.canale21.it). Un varietà che ha rappresentato un’opera di resilienza. Un bilancio di questa esperienza? «È un progetto per me inedito, in cui ho voluto presentarmi al pubblico così come sono, assieme ad un gruppo di “scalmanati”, attori e musicisti di grande talento. Credo che siamo riusciti, anche se in minima parte, a far ripartire il nostro settore. Non mi interessa tanto lo share, ma quanta gente si diverta durante la messa in onda, e il pubblico si è fidelizzato da subito. Siamo partiti bene e abbiamo avuto una crescita continua, pur confrontandoci con programmi storici e importanti, dalla Champions a “Montalbano”, alle prime serate di Rai2».