«Una canzone senza aggettivi»: non solo slogan, ma nuova filosofia del Premio Tenco, in programma dal 21 al 23 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo, per omaggiare quest’anno – 44esima edizione della rassegna della canzone d’autore – Mogol (al secolo Giulio Rapetti), uno dei più grandi parolieri italiani.
L’artista milanese riceverà il prestigioso riconoscimento per lo storico sodalizio con Lucio Battisti, di cui verranno eseguiti alcuni pezzi di maggior successo dagli artisti partecipanti alla manifestazione. Il Premio, coerente con la nuova visione della canzone d’autore portata avanti già da alcuni anni, trae la sua origine da una rigida contrapposizione, come ha illustrato nella videoconferenza stampa di ieri Sergio Secondiano Sacchi, responsabile artistico del Club Tenco: «Alla fine degli anni 50 si era creata una differenziazione tra la canzone commerciale, accolta con sufficienza, e quella “impegnata” degna di essere presa in considerazione. Nell’ambito dei grandi cambiamenti culturali del successivo decennio, il Premio Tenco è nato basandosi su questo spartiacque, che gradualmente ha perso di consistenza grazie alla presenza dei cantautori nei primi posti delle classifiche di vendita. Oggi, dopo tanti anni, vogliamo riprendere un concetto portato avanti da Luciano Berio e Roberto Leydi: gli unici aggettivi per definire una canzone sono “bella” o “brutta”; e noi pensiamo che la canzone d’autore sia bella e di valore indipendentemente dalla sua origine».
Commosso il ricordo di Luigi Tenco da parte di Mogol, che parla dell’amico di famiglia, quasi adottato da papà Mariano: «Se mi avesse dato retta non sarebbe morto», afferma addolorato. Mogol infatti aveva scoraggiato la partecipazione di Tenco al Festival del 1967, e, per indurlo a seguire il suo consiglio disertò lui stesso Sanremo, nonostante avesse tre canzoni in gara. «Presi il mio Premio Tenco quando Luigi mi propose di scrivere canzoni con lui – racconta – Era anche un grande interprete. Quando gli proposi di cantare “Se stasera sono qui” andammo in una sala d’incisione e lui regalò una performance memorabile. Era il Nat King Cole italiano».
Presenti in conferenza stampa da remoto anche Stefano Bollani, Fiorella Mannoia ed Enrico Ruggeri, che verranno insigniti del Premio alla carriera assieme a Vittorio De Scalzi e Paolo Pietrangeli.
Forte presenza, nell’attuale edizione della manifestazione, di artisti siciliani e calabresi tra i vincitori della Targa Tenco, a partire dal cosentino Peppe Voltarelli, Miglior interprete per “Planetario”, album di duetti d’autore (Brel, Dylan, Ferré ed altri) con artisti da tutto il mondo, tra cui Adriana Varela, Silvio Rodrìguez e Amancio Prada. «È un disco che porto particolarmente nel cuore – ha detto alla stampa – perché è il compimento di 20 anni di viaggi e incontri, realizzato con questi cari amici sparsi per il mondo. Spero che l’album sia portatore di messaggi di libertà d’espressione e abbattimento di barriere per tutti i popoli oppressi». Presente in collegamento anche il barcellonese Carlo Mercadante, artefice del miglior album collettivo a progetto di questa edizione, dal titolo “Ad esempio a noi piace Rino”, tributo a Rino Gaetano realizzato con gli artisti della sua etichetta indipendente Isola Tobia Label. «Sono felice di rappresentare artisti del sottobosco musicale, che hanno sofferto la situazione pandemica – ha affermato – Noi ci siamo fatti prendere per mano da Rino Gaetano e abbiamo deciso di affrontare una sfida importante per non chiudere. Sarebbe auspicabile puntare di più il faro su queste piccole realtà e vederle crescere». Da Sutera (Caltanissetta) i Fratelli Mancuso, Miglior album in dialetto con “Manzamà”. «È un riconoscimento importante – hanno detto – per la nostra storia iniziata negli anni 80 e per il tipo di ricerca che facciamo col siciliano, testimoniando la possibilità di esprimere attraverso il dialetto concetti poetici che toccano il cuore di tutti». Completano il parterre dei vincitori Samuele Bersani, Miglior album per “Cinema Samuele”, e Madame, Miglior canzone con “Voce” e Miglior opera prima con l’album omonimo.
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