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"Siamo qui", Vasco Rossi e il rock che non si arrende

Quarant'anni dopo "Siamo solo noi", un cammino virtuale tra le diverse generazioni

Come suonerebbe un album di Vasco Rossi che fa esattamente Rossi Vasco, pieno di libertà, canzoni e rock’n’roll senza tanti vincoli? Forse suonerebbe proprio come “Siamo qui”, il nuovo e atteso lavoro da studio in uscita oggi e firmato dal rocker di Zocca, che torna in scena tra parole e chitarre, acustiche ed elettriche, poesia e voglia di far cantare il suo “popolo”, quello del Kom come quello del Blasco. È anche un lungo filo rosso, quello che segue Vasco, da “Siamo solo noi”, che quest’anno compie 40 anni, passando da “Siamo soli” e fino a “Siamo qui”.

Un filo che attraversa le generazioni, cresciute, che prendono atto e che vanno avanti. Utopie degli anni Settanta, “Bollicine” degli Ottanta e consapevolezze a seguire. Le consapevolezze del “siamo qui” e non ci arrendiamo, comunque vada. “Siamo qui” è la musica “suonata” di Vasco, tra ironia e disillusione, nostalgia spruzzata qua e la e tanto rock. «Non so se è il rock che ha scelto me o se sono io che ho scelto il rock» dice la voce delle nuove “XI Comandamento”, “L’amore, l’amore” e “Prendiamo il volo”.

Di certo c’è che Vasco sceglie sempre la canzone, per quello che (di bello) è e racconta, del mondo, di lui stesso e di quello che lo circonda, ancora una volta, anche nel 2021. Tanto Rossi per tante atmosfere differenti, dalle visioni future e rock di “XI Comandamento fino ai sentimenti ai tempi della società fluida, con la divertita e divertente “L’amore, l’amore”, scritta con Roberto Casini. La title-track dell’album, “Siamo qui”, è invece la disillusione ma anche la coerenza del sapere qual è il posto nel mondo (della musica ma anche no) che ci si è ritagliati nel tempo, con la fatica delle canzoni che ripercorrono una vita, tra arrampicate e cadute. Pedalate in piano per farsi il fiato e riprendere a salire, oppure lanciarsi in discesa.

Poco lo spazio concesso al pop nella scaletta dell’album e che è sintetizzato tra le rime di “La pioggia alla domenica”. E la memoria vola a quella “Domenica lunatica” che fu, scanzonata e ironica come, appunto, una domenica “easy”. Poi le ballad, quelle che i fan aspettano di tornare a cantare ai concerti e che nel nuovo album rispondono ai nomi di “Ho ritrovato te” e “Un respiro in più”. Respiro autobiografico, forse. Sentimento, tanto. Rock, hard rock, rock’n’roll alla “vecchia” e che non deve chiedere niente a nessuno è quello dell’incandescente “Tu ce l’hai con me” («dimmelo, sei sempre stupido, oppure sei soltanto in bilico»). “Patto con riscatto” è una metafora aperta. E il patto che Vasco ha fatto con musica? quello tra due persone che «siamo fatti cosi, ci divertiamo e non abbiamo paura di perdere?» magari entrambe le cose. Testi metaforici, energia e trascinante ironia.
Ma alla Vasco.

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