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Fred Buscaglione, 100 anni fa la nascita di un mito della musica

Cantautore, polistrumentista e attore che ha fatto storia, nacque a Torino da una famiglia originaria di Graglia, un paesino ora in provincia di Biella

"Guarda che luna, guarda che mare, da questa notte senza te dovrò restare...": sono passati cento anni dalla nascita (23 novembre) di Fred Buscaglione. Cantautore, polistrumentista e attore che ha fatto storia, nacque a Torino da una famiglia originaria di Graglia, un paesino ora in provincia di Biella. Era ancora adolescente quando iniziò ad esibirsi nei locali notturni della città come cantante jazz e musicista: contrabbasso, violino, pianoforte e tromba prendevano vita tra le sue giovani talentuose mani. Un giorno, durante una sua esibizione al Gran Caffè Ligure, venne notato da uno studente di giurisprudenza appassionato lettore di libri gialli, Leo Chiosso: nacque tra loro un sodalizio artistico che durò fino alla scomparsa di Fred.

Lo "spettacolo" di Fred durante la Seconda Guerra

Durante la seconda guerra mondiale Fred venne richiamato sotto le armi e distaccato in Sardegna, dove si mise in luce organizzando spettacoli per le truppe. Venne fatto prigioniero dagli statunitensi e fu contattato dai fratelli Franco e Berto Pisano, con cui aveva formato a Cagliari il Quintetto Aster, che lavorava per la radio alleata e per Radio Sardegna, allora diretta da Jader Jacobelli. Del gruppo facevano parte anche Gianni Saiu e Carletto Bistrussu a cui in seguito si aggiunsero Giulio Libano e Sergio Valenti. Finita la guerra, Buscaglione rientrò a Torino e ricominciò a suonare prima come elemento in varie orchestre, poi fondando gli Asternovas, il suo complesso, iniziando una vita nomade fatta di spettacoli in locali notturni di varie città d’Europa. Dal 1946 con l’amico Leo Chiosso iniziò a comporre canzoni in un rapporto simbiotico. Leo annotava frasi e battute, Fred accennava sulla tastiera del pianoforte: nacquero così le canzoni che lo resero famoso: "Che bambola!", "Teresa non sparare", "Eri piccola così, "Love in Portofino", "Porfirio Villarosa", "Whisky facile" e tante altre. Il look di Fred fece il resto del successo: baffetti, doppiopetto gessato, cappello a larghe falde; un gangster americano prestato alla musica.

Girava due o tre film contemporaneamente

Registrava spettacoli televisivi, incideva dischi e la notte cantava nei night, spostandosi a bordo di una vistosa auto americana, una Ford Thunderbird che lui chiamava "Criminalmente bella". Dopo la separazione dalla moglie inizia il periodo malinconico di Buscaglione: canzoni melodiche, talvolta scritte anche da altri autori come "Guarda che luna", "Non partir" di Giovanni D’Anzi e Alfredo Bracchi, e "Al chiar di luna porto fortuna" scritta da Carlo Alberto Rossi. Buscaglione morì improvvisamente all’alba del 3 febbraio 1960, a soli 38 anni, in un incidente d’auto mentre rientrava in hotel dopo aver trascorso la notte esibendosi in un night di via Margutta: si scontrò con un camion. Il suo ultimo film uscì postumo con il titolo "Noi duri" ed ottenne immediatamente un enorme successo, restando in programmazione per mesi. Le sue canzoni continuarono a essere ascoltate alla radio e nei juke-box, i suoi dischi continuarono ad essere acquistati: era nato un mito. Nel 2008 Fred Buscaglione è stato iscritto nel "Pantheon dello Swing Italiano" come uno degli immortali, proprio come la sua musica.

Una discografia folta, in una breve vita

La sua discografia, nonostante la brevità della sua vita e quindi carriera, è folta. Nel 1956 incise numerosissime canzoni e in quello stesso anno uscirono i suoi primi 33 giri con l’aiuto decisivo dell’amico Gino Latilla: insistette con il direttore della Cetra, la sua casa discografica, affinché facesse incidere a Buscaglione le sue canzoni al punto di anticipare di tasca propria le spese; così nel 1955 vide la luce il primo singolo, un 78 giri che conteneva due canzoni: "Che bambola!" e "Giacomino": vendette 980.000 copie, inaspettato successo che lo portò in tante trasmissioni radiofoniche che contribuirono notevolmente alla sua crescente popolarità. Alla fine degli anni cinquanta Buscaglione era uno degli uomini di spettacolo più richiesti: in pubblicità, alla tv e persino al cinema, dapprima con brevi apparizioni canore, poi in ruoli autonomi incarnando quasi sempre la figura del simpatico spaccone.

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