Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Eurovision, tema: la pace!

L'Ucraina ha confermato la propria presenza, Russia esclusa. Intanto ci sono spiragli nella "guerra dell'arte": le opere richieste indietro dall'Ermitage resteranno ancora un po' in Italia

I vincitori in carica. I Maneskin all'Eurovision Song Contest 2021

L’edizione 2022 dell’Eurovision Song Contest non intende prescindere dall’attuale situazione internazionale: avrà al centro il tema della pace e vedrà la partecipazione dell’Ucraina. È stata invece esclusa la Russia, facendo scendere dalle 41 inizialmente previste alle attuali 40 il numero delle delegazioni attese a Torino per l’evento, in programma al Pala Alpitour dal 10 al 14 maggio.

L’annuncio in conferenza stampa nel capoluogo piemontese, dove gli executive producer della manifestazione, Simona Martorelli e Claudio Fasulo, hanno illustrato il programma dei lavori preparatori col direttore del centro di produzione Rai di Torino Guido Rossi. La preparazione dell’evento impegnerà complessivamente 3.500 persone.

«La delegazione ucraina – ha sottolineato Martorelli – ha confermato la sua presenza e ha finora rispettato incredibilmente tutte le scadenze. Si sta anche attrezzando per cercare di realizzare il video di back-up della performance, chiesto a tutte le delegazioni nel caso si presentassero dei problemi tali da impedire la presenza di ospiti a Torino».

«Vogliamo portare nella manifestazione – ha rimarcato Fasulo – contenuti importanti, che parlino di pace e siano adeguati a questo momento così delicato. I temi della pace saranno quindi al centro di questa edizione di Eurovision, ci stiamo lavorando con i tre presentatori, Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, che ci riempiono di orgoglio».

A breve verrà definito il numero e il prezzo dei biglietti e saranno aperte le vendite, rispettando il vincolo dell’attuale capienza di legge, fissata al 60%. Saranno in vendita anche i biglietti delle prove generali. La finale dello scorso anno ha fatto registrare 190 milioni di spettatori: per questa edizione la Rai ha scelto di portare tutto l’evento su Rai1, incluse le semifinali, «a testimonianza della fiducia che ripone nella manifestazione».

Intanto, in un atroce momento di sangue e di guerra come quello che si sta consumando tra Russia e Ucraina, le parole del direttore generale del museo Ermitage Michail Piotrovsky accendono una piccola ma preziosa luce di speranza. «I ponti della cultura si fanno saltare in aria per ultimi» ha detto in un messaggio in cui ha annunciato che il museo di san Pietroburgo – oltre 3 milioni di opere su quasi 400 sale, uno dei più prestigiosi e visitati al mondo – ha raggiunto un accordo con il ministero della Cultura russo: la richiesta di un ritiro immediato delle opere in prestito fatta nei giorni scorsi è attenuata. «I dipinti di Tiziano e Picasso – dice Piotrovsky – continuano a rimanere quindi appesi alle pareti dei musei italiani per diverse settimane. Lo stesso vale anche per le opere dell’Ermitage che fanno parte della mostra “Grand Tour” che, previo accordo con gli organizzatori, saranno ritirate alla chiusura ufficiale». «Dispiace molto che le relazioni culturali tra i nostri Paesi siano crollate in un tale “buio”. Se ne può uscire solo se conserviamo l’atmosfera di buona volontà e benevolenza. Ripetiamo sempre che i ponti della cultura si fanno saltare in aria per ultimi. Ora è venuto il tempo di proteggerli. È cercheremo di mostrare come si fa» aggiunge Piotrovsky.

A riportare la buona notizia Maurizio Cecconi, segretario generale di Ermitage Italia, che da molti giorni si sta occupando con i curatori e i protagonisti della vita culturale dell’Ermitage dei prestiti effettuati dal Museo russo ad Enti e Istituzioni del nostro Paese: «Oggi dopo diversi contatti ed interlocuzioni possiamo dire di aver ottenuto un primo e significativo risultato».
«Dobbiamo metterci chiaramente d’accordo – dice il direttore del museo russo – su quando e soprattutto in che modo le opere torneranno all’Ermitage. Spero che l’Italia possa contribuire a creare un nuovo meccanismo di interazione tra le istituzioni culturali vista una lunga tradizione nazionale di amore e rispetto alla cultura, all’arte e ai musei».

Caricamento commenti

Commenta la notizia