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Banco del Mutuo soccorso: "Orlando: le forme dell'amore". Il nuovo concept album

Orlando: le forme dell’amore”, l’attesissimo concept album del Banco del Mutuo Soccorso esce sul mercato internazionale domani per l’etichetta Inside Out Music/Sony Music Group. Anticipato dalle tracce “Cadere o Volare” e “La Pianura rossa”, il disco a cui Vittorio Nocenzi, fondatore e guida del gruppo, ha lavorato per molto tempo, esce in occasione dei 50 anni di attività della band. Cinquant’anni infatti intercorrono tra “Orlando: le forme dell’amore” e il “Salvadanaio”, uscito il 3 maggio 1972 per la Ricordi Dischi. Iniziava allora la storia del Banco. Il primo brano dell’album si intitolava “In Volo”, e nei suoi versi veniva evocato il personaggio di Astolfo e il suo Ippogrifo, il cavallo alato, due figure centrali de “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto, poema capolavoro del Rinascimento italiano. Il Banco del Mutuo Soccorso è Vittorio Nocenzi (pianoforte, tastiere e voce), Filippo Marcheggiani (chitarra elettrica), Nicola Di Già (chitarra ritmica), Marco Capozi (basso), Fabio Moresco (batteria) e Tony D’Alessio (lead vocal).

“Ma non ci sono mai piaciuti troppo gli anniversari celebrati con flute e champagne, ci piace celebrare i momenti davvero importanti con il lavoro concreto: ecco perché ci è sembrata subito bellissima la possibilità di mettere sulla nostra torta del cinquantennale non una semplice candelina, ma una vera e propria candela speciale: un nuovo album inedito del Banco ispirato e dedicato proprio all’Orlando furioso” - ha dichiarato Vittorio Nocenzi - “È un po’ come far ritorno in quello spazio da dove spiccammo il nostro volo tanti anni fa, con la voglia di far così ripartire questa storia fatta di musica, di idee, di diversità, di visioni e di sogni. Vorremmo farla rivivere ancora con lo stesso desiderio di stupore emozionato, di meraviglie da cantare, di storie da intravvedere in quell’”oltre”, in quel “nonostante”, che sono la nostra vera vita, fatta di utopie e di idee, di speranze, di sorprese e meraviglie che, nonostante tutto, la vita prosegue ad offrirci, se solo stiamo attenti a coglierle fra le luci e le ombre dei nostri giorni”

 Vittorio Nocenzi ha lavorato al concept musicale di “Orlando: le forme dell’amore” per molti anni, insieme al figlio Michelangelo e al romanziere e sceneggiatore Paolo Logli. Un immenso lavoro in studio pienamente rappresentato in quest’album epico, che fisserà nuovi parametri per gli appassionati di progressive rock. Indubbiamente il Banco è sempre stato legato alle proprie radici, ma "Orlando: Le forme dell'amore" è la prova definitiva di come il rock prog tradizionale possa evolversi in una moderna nuova miscela di suono e spirito. Le quindici composizioni che danno vita al nuovo lavoro sono nate da un’idea di Michelangelo Nocenzi, il terzo figlio di Vittorio, nel 2013. Un concept sul più prode dei Paladini dell’imperatore, che rinuncia a correre in aiuto ai suoi commilitoni attaccati dal nemico per salvare la donna che ama, e che poi lo respingerà. Ma dietro a questo c’è molto di più: una grande guerra fra Occidente e Medio Oriente, fra cristiani e saraceni, e tante altre storie d’amore. Questo sentimento, anzi, viene declinato in tutti i modi possibili: c’è l’amore respinto, quello inatteso, quello fraterno, quello per il potere, quello possessivo, quello proibito e molti altri.

Rivisitare, ispirandosi liberamente ad esso, un poema del XVI secolo attraverso composizioni di rock progressive e descrivere i fatti e gli ideali dell'epoca è stato uno sforzo non indifferente. Prima di iniziare a scrivere la musica e i testi, sono state affrontate una serie di quesiti fondamentali: in che epoca e in quale luogo ambientare il concept? Con quale criterio scegliere gli episodi da musicare? Quali delle innumerevoli avventure dell’Orlando narrare e quali invece tralasciare? Scegliere un linguaggio contemporaneo o un idioma di invenzione con assonanze alla lingua adoperata dall’Ariosto? Attenersi rigorosamente alla struttura originale o tenere il testo originale come libero riferimento osando altre invenzioni?

Così Vittorio Nocenzi a proposito della genesi dell’album “L’Ariosto stesso, per scrivere il suo Orlando furioso, si era liberamente ispirato all’opera di un altro poeta che aveva scritto prima di lui sullo stesso argomento, al punto da far sembrare il Furioso un vero e proprio sequel, diremmo oggi: mi riferisco all’ “Orlando innamorato” del Boiardo. Così abbiamo preso il coraggio di fare altrettanto, nel senso che se sentivamo il bisogno di aggiungere qualche circostanza narrativa, potevamo farlo, purché il tutto funzionasse poeticamente ed emotivamente. Da qui il passo è stato veloce e spedito nel pensare, in tutta onestà di mente, che potevamo osare se era chiaro il percorso che sceglievamo di seguire. Allora abbiamo scelto gli episodi centrali dell’originario racconto, reputando centrali quegli episodi che servissero da anelli imprescindibili per una narrazione che voleva e doveva essere articolata in modo diverso dall’originale”. Ma la domanda principale che si è posta il Banco è questa: qual'è il senso di musicare questo capolavoro 500 anni dopo la sua pubblicazione? Intendendo, per senso, il significato artistico, emotivo e creativo, di prendersi licenza dall’originale e strutturare una narrazione rispettosa per somme linee, coerente e fondata sui contenuti essenziali dell’opera originale, aggiungendo considerazioni e punti di vista del nostro tempo. Racconta Vittorio Nocenzi: “Capimmo che la forza dell’Orlando stava nella sua insospettabile modernità. E abbiamo ritenuto opportuno sottolineare i contenuti della sua contemporaneità”. Ecco allora che la scelta dell’ambientazione è ricaduta in un tempo non tempo (né nel passato né nel presente né nel futuro, perché un capolavoro è senza tempo) e come scenario, come location un Mediterraneo completamente prosciugato di tutta la sua acqua. Dell’attuale mare, solo una fonte di acqua dolce al centro di una pianura di terre rosse; una sorgente d’acqua potabile superstite che viene immediatamente cinta con delle mura dai Guardiani dell’acqua, ma che è anche la meta di centinaia di carovane di uomini donne e bambini che, divorati dalla sete, non attraversano l’ex Mediterraneo con le barche ma lo fanno a piedi, dirigendosi in carovane di umanità dispersa e disperata verso le mura che circondano la sorgente.

“Ci sembrava un’opportunità importante utilizzare la storia dell’Orlando furioso per rispondere alla violenza dei nostri tempi” dichiara Nocenzi “La scelta dell’arte come confronto, della poesia e della musica come offerta di pacificazione, ci sembrava una strada da dover indicare come possibile, anzi necessaria, rileggendo un’opera poetica il cui autore – Ariosto – è stato sempre, durante tutto il suo racconto, una ‘terza parte’ equilibrata fra l’esercito cristiano e quello saraceno, mai coinvolto nella guerra fratricida fra medio oriente e occidente nel parteggiare per una parte a discapito dell’altra” concludendo “Indicare poesia e musica come percorso di pacificazione anche ai nostri contemporanei ci è sembrata un’opportunità da non perdere, perché era un approccio coerente con il pensiero del Banco del Mutuo Soccorso, da sempre pacifista e antimilitarista”.

E per un progetto così ambizioso, la band ha voluto affidare la masterizzazione nelle preziose mani di Maurizio Biancani in Fonoprint a Bologna. La classica ciliegina sulla torta. Così Biancani: “All’epoca dell’uscita discografica del primo album del Banco, chiamato confidenzialmente “il Salvadanaio”, nel lontano 1972, io avevo 19 anni e suonavo in una orchestra da ballo emiliana. L’ascolto di quell’album mi emozionò e mi fece capire che la musica in Italia era diventata maggiorenne. Con questa premessa capite cosa ho provato quando Vittorio Nocenzi mi ha chiesto di fare il mastering del loro nuovo disco, un progetto mastodontico, con una genesi di anni e con un risultato musicale fantastico. In realtà lavorarci si è rivelato più semplice del previsto, perché le registrazioni ed il missaggio erano già perfetti e quindi il mio lavoro si è limitato a cercare di non rovinare un risultato già ottimo e a mettere in evidenza le particolarità musicali insite nel lavoro. Il mio approccio non poteva che essere rispettoso dei suoni originali, attento a enfatizzarne le caratteristiche, senza però strovolgerle con la ricerca di volumi esasperati, come purtroppo capita in tanti mastering odierni. In questo modo penso di essere riuscito a conservare le dinamiche musicali ed evidenziare le belle tessiture musicali e liriche. La perizia e la bravura dei musicisti escono infatti prepotentemente nelle esecuzioni e le tematiche non possono che colpire l’ascoltatore. L’unica cosa che mi sento di dire, a questo punto, è ringraziare il Banco di avermi coinvolto in questo progetto e augurare ai fortunati ascoltatori un buon ascolto”.

Questa la tracklist di “Orlando: le forme dell’amore”: Proemio; La pianura rossa; Serve Orlando adesso; Non mi spaventa più l'amore; Non serve tremare; Le anime deserte del mondo; L'isola felice; La maldicenza; Cadere o Volare; Il Paladino; L'Amore accade; Non credere alla Luna; Moon Suite; Come é successo che sei qui; Cosa vuol dire per sempre.

Il videoclip de “La Pianura Rossa” è stato girato a Palazzo Chigi in Ariccia (Roma). “In ragione della presenza di un importante ciclo pittorico ispirato all’Orlando Furioso presente nel Palazzo Chigi in Ariccia a Roma, e per cortesia del Conservatore del Palazzo, Architetto Francesco Petrucci, abbiamo potuto utilizzare gli spazi interni ed esterni del Chigi come location per riprese video e come set fotografico”, ha commentato il Banco.

 

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