
Enormi gonfiabili di delfini fluttuanti che renderanno i palasport come acquari, insieme a un sole, una luna e un grande ponte «che mi porterà quasi a volare sulle persone». Sono fra gli ingredienti, spiega Cesare Cremonini, dei concerti «esperienziali, e immersivi, in cui abbracciare il pubblico e fargli provare emozioni inedite, un senso di meraviglia», ideati dal cantautore, con il supporto per la messa in scena di un’innovativa tecnologia tedesca, per il suo Tour indoor 2022, che arriva dopo il successo negli stadi e il grande evento all’autodromo di Imola. Un ritorno che ora prevede 12 grandi concerti tra Roma (Palazzo dello Sport, 1,2,4,5 novembre) "Unipol Arena di Bologna" (7,8, 10 e 11 novembre) e Mediolanum Forum di Assago (Milano) il 13,14,16 e 17 novembre, a chiusura di un anno record con oltre 450.000 biglietti venduti.
Saranno live «molto felliniani, dove l’onirico è in contrasto con il goliardico, come nella mia personalità. La poesia arriva come una scoperta ma c'è anche il mio approccio carnale ai live, di grande performance - aggiunge il musicista che ha dedicato alla prima parte del tour l’album, Cremonini Live: Stadi 2022 + Imola, appena uscito -. C'è grande teatralità ma anche grande espressività fisica». Se un cineasta «come Sorrentino venisse al concerto; mi piacerebbe sapere cosa ne pensa» commenta con un sorriso, nella conversazione con i giornalisti, rispondendo su chi vedrebbe come regista ideale dei suoi live. «I concerti negli stadi avevano più la dimensione di festa, qui posso parlare con un pubblico diverso e ancora più ampio, legandomi anche alla quotidianità e all’attualità - sottolinea -. Le scalette non devono essere solo un meraviglioso karaoke, la scelta dei brani deve riflettere anche la realtà che stiamo vivendo». Così tra i 27 brani della setlist, «tutti singoli tranne uno», troviamo anche titoli come "Possibili scenari", che «ha una forza da brano postapocalittico, c'è uno sguardo sul futuro disincantato, si racconta come la felicità possa venire da piccole emozioni quotidiane che dobbiamo costruirci». Oppure «una canzone che non c'era mai stata nei miei live, "Sardegna", dove parlo degli stereotipi e del mondo effimero inesauribile nel nostro Paese». Le canzoni «sono ferite aperte che continuano a sanguinare; interagiscono in modo molto malleabile con il mondo in cui viviamo, è sempre possibile rileggerle». Questa serie di live sono per lui i primi passi «in concerti che coinvolgano sempre di più il pubblico. Sento che le mie canzoni hanno un racconto molto cinematografico, a volte da musical, teatrale, vorrei superare i confini del palco, alzando sempre di più l’asticella». Cremonini trova difficile definirsi, "vorrei essere in continua evoluzione, con ogni tappa del mio percorso artistico vissuta come una sfida. Penso di avere un rapporto sano con il successo, non perdo mai l’entusiasmo e ho una profonda gratitudine per tutto ciò che ho raggiunto».
Una strada che arricchisce unendo più arti, dalla letteratura, al cinema, dove è stato attore (come in Il cuore grande delle ragazze di Pupi Avati), si sta mettendo alla prova come autore di colonne sonore e con un possibile debutto, di cui si è più volte parlato, come regista (era stata annunciata la realizzazione di un suo film dedicato a Lucio Dalla, ndr) . «Ho molti progetti in cantiere, ma la priorità resta la musica. Con questi live porteremo a casa il 2022 Un anno per me straordinario, dopo il quale inizierò a diversificare di più».
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