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Il «Disordine» creativo del cantautore calabrese Fiat131 con Serena Brancale

Delicato e sensibile narratore di sentimenti universali il cantautore indie Alfredo Bruno in arte Fiat131 (30 anni il 22 febbraio), calabrese di Arcavacata (Rende), è uno degli artisti più amati del momento, con una fanbase di oltre 225 mila ascoltatori mensili su Spotify, dove è presente in numerose playlist editoriali. Notevole il successo del brano “Pupille”, con cui Bruno, finalista ad Area Sanremo, ha tentato di aggiudicarsi l’ingresso fra i Big del festival durante Sanremo Giovani. Niente palco dell’Ariston per lui, ma grande successo nella classifica EarOne dei pezzi italiani più mandati in radio, il quinto fra i brani indipendenti più trasmessi e la presenza nella Top 50 della classifica generale.
Adesso Fiat131 torna con “Disordine”, duetto con Serena Brancale, disponibile in digitale per Isola degli Artisti. Scritto a quattro mani, il brano racconta il senso di malinconia e solitudine che si prova alla perdita di una persona cara, unendo l’indie di Bruno al soul jazz della cantante barese. Già online su YouTube dal 3 febbraio scorso il videoclip, girato a Roma con la regia di Giampiero Gratta.
«“Disordine” rappresenta quello stato d’animo espresso in una frase che è ormai un cliché: ti rendi conto della preziosità di qualcosa quando la perdi. Percepisci la mancanza di una persona solo quando questa non c’è più. Anche il vedere lo spazzolino sul lavandino del bagno crea tristezza e malinconia».
Il riferimento agli oggetti della persona amata è infatti ricorrente nel testo…
«L’oggetto è una metafora per dire che a prescindere da come vadano le cose ogni rapporto ti lascia qualcosa dentro. Quando si vive una relazione intima è normale che ripercorrere le immagini legate ad una presenza che non c’è più, per cui usare l’oggetto come riferimento a qualcuno è stata una scelta d’istinto. Avevo scritto prima strofa e ritornello in agosto e il mio produttore Carlo Avarello l’ha fatto sentire a Serena che stava vivendo una situazione simile alla mia. Si è innamorata del pezzo ed ha scritto subito la parte mancante. Per cui è un brano che abbiamo sentito entrambi profondamente e che abbiamo registrato senza grandi cambiamenti».
Anche “Pupille” è una dichiarazione d’amore dal sapore universale ma dall’ispirazione personale…
«“Pupille” è ispirato ad una storia che ho vissuto personalmente e parla di un amore consapevole. Quando un rapporto dura nel tempo si possono creare incomprensioni e intoppi. Ma se si ama davvero, ci si rende conto che è importante ritrovarsi; e il modo giusto per farlo è guardarsi negli occhi, parlando con la verità e fare in modo che si riaccenda la passione».
Deluso per la mancata partecipazione al festival?
«A Sanremo ho vissuto sei giorni bellissimi con Amadeus e lo staff di Rai1. Per la mancata partecipazione al Festival me ne son fatto una ragione: in una gara di questo tipo bisogna fare delle scelte, e Amadeus ha dovuto valutare anche il brano col quale avrei partecipato fra i Big. Ma arrivare a Sanremo Giovani e cantare su un palco del genere è già un traguardo».
Il tuo nome d’arte pare sia legato ai ricordi d’infanzia in Calabria. Ce ne vuoi parlare?
«La Fiat131 era la macchina di mio nonno con cui da piccolo facevo brevi spostamenti di circa 40 minuti ascoltando Venditti, Dalla e Pino Daniele, grandi artisti amati da papà. È stata anche la “sexy car” delle prime fidanzate, quindi ha un significato speciale...».
Attualmente Fiat131 sta ultimando l’album in uscita nei prossimi mesi.

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