Domenica 22 Dicembre 2024

Scala, alla Prima Liliana Segre nel palco reale. "La forza del destino" di Verdi in una Milano blindata

Si prepara la Prima della Scala, che oggi, con «La forza del destino» diretta da Riccardo Chailly con la regia di Leo Muscato, aprirà la stagione lirica del teatro. Nel palco reale non siederà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, impegnato a Parigi per la riapertura di Notre-Dame. Come già l’anno scorso al suo posto ci sarà la senatrice a vita Liliana Segre con vicino il presidente del Senato Ignazio La Russa e il sindaco Giuseppe Sala. Proprio Sala ha ribadito «l’attenzione» per la sicurezza «in questo momento in cui le tensioni sociali ci sono». In particolare l’attenzione è concentrata sul corteo indetto da centri sociali, sindacati di base e manifestanti pro Palestina contro la guerra e il ddl sicurezza. Come lo hanno definito loro stessi sarà «il corteo della Prima Popolare Antimilitare». Da poco è stato definito il percorso con l’intenzione di tenere la manifestazione ben separata da piazza Scala, dal 1968 palco privilegiato delle proteste sociali. Da Porta Venezia è previsto che i manifestanti arrivino in largo Cairoli con un passaggio, punto più delicato, a sfiorare piazza Duomo (e quindi anche piazza Scala). Come negli anni scorsi il teatro sarà comunque all’interno di una “zona rossa” transennata. In piazza Scala ad ora l’unica presenza annunciata è quella (ma quattro ore prima dell’inizio dell’opera) della comunità ucraina e dell’associazione Piano Atlantico a protestare contro l’aggressione russa dell’Ucraina e la presenza nel cast di Anna Netrebko, star della lirica considerata da loro una «sostenitrice di Putin». In realtà di guerra si parlerà (anzi si suonerà e canterà) anche in teatro. L’opera di Verdi è infatti una denuncia delle brutture della guerra, e del patriarcato, e un’invocazione, fatta proprio dal soprano nell’ultimo atto, di «pace, pace, mio Dio». Ad ascoltarla, sempre nel palco reale con Segre ci saranno anche la vicepresidente della Camera Anna Ascari, il governatore Attilio Fontana, il prefetto Carlo Sgaraglia e Alessandro Giuli, al suo primo 7 dicembre come ministro della Cultura. Non il presidente della Corte Costituzionale Augusto Barbera, che ha dato all’ultimo forfait. Fra gli spettatori ad ora non sono annunciati altri ministri, ma l’ex premier Mario Monti e il da poco ex alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell. Ci saranno alcuni mostri sacri della lirica, che «La forza del destino» hanno più volte cantato, come José Carreras, Placido Domingo e Rania Kabaivanska, il tenore Francesco Meli, che lo scorso anno era a cantare nel ruolo di Don Carlo, l’attore Alessio Boni, Roberto Bolle, étoile e primi ballerini scaligeri, fra cui Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko e anche sovrintendenti dei principali teatri non quello della Fenice di Venezia Fortunato Ortombina, che dal prossimo 1 marzo guiderà la Scala e ha preferito attendere di entrare in carica. A fare gli onori di casa Dominique Meyer, sovrintendente che terminerà il suo incarico a febbraio, che vuole evitare malinconie e per questa prima una cosa si augura: di regalare agli spettatori «emozioni»

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