Il concertone del Primo maggio in piazza San Giovanni a Roma è inziato con Leo Gassmann che canta, insieme alle migliaia di giovani già presenti davanti al palco, la canzone simbolo della lotta partigiana per la libertà e la liberazione dal fascismo, 'Bella ciao'. «Siamo uniti per il lavoro sicuro. Chi va a lavorare deve avere la certezza di tornare a casa. La missione per cui ci battiamo tutti, noi e i sindacati, è proprio questa».
Ermal Meta ha ricordato l’impegno che devono assumersi tutti per la sicurezza sul lavoro. Ci sono Noemi, BigMama e il professor Vincenzo Schettini che, rivolto alle migliaia di ragazzi che affollano la piazza, grida: «L'onda sonora più forte adesso siete voi ragazzi!».
Poi il toccante messaggio di Papa Francesco, il cui video è stato proiettato in apertura del Concertone 2025 a Piazza San Giovanni: «La musica è bellezza ed è uno strumento di pace. E’ una lingua che tutti i popoli, in diversi modi, parlano e raggiunge il cuore di tutti. La musica può aiutare la convivenza dei popoli».
Omaggio di piazza San Giovanni a Francesco De Gregori. Noemi ed Ermal Meta dal palco del Concertone leggono parte del testo di Pablo, uno dei brani iconici del cantautore. «De Gregori 50 anni fa raccontava la storia di Pablo, un lavoratore spagnolo caduto in Svizzera, dove si era trasferito per lavorare. Questa canzone ci ricorda un tema ancora attuale, troppo attuale, quello della sicurezza sul lavoro, dicono i due conduttori -. Quante cose sono cambiate? Il lavoro dovrebbe essere un diritto, ma purtroppo non è così. 'Uniti per un lavoro sicurò, non è solo slogan, ma un diritto che dobbiamo pretendere».
Il video di Papa Francesco: "La sicurezza sul lavoro è come l'aria"
Sul palco Noemi, BigMama e Ermal Meta parlano dei morti sul lavoro e danno numeri che suonano, come ha detto il Pontefice, come un bollettino di guerra. «Vorrei partire da quel numero che leggete lassù - dice Noemi - sapete cosa significa? Sono 2.469 e sono le donne e gli uomini che hanno perso la vita dal 2023 mentre andavano sul posto di lavoro o sul posto di lavoro».
«338 sono i morti solo nei primi mesi di quest’anno, fino al 13 aprile», aggiunge BigMama, mentre Ermal Meta aggiunge: «Tre sono le persone al giorno, ogni giorno, che escono di casa, si recano al lavoro per poi non fare più ritorno». «Non sono soltanto numeri - riprende Noemi - sono nomi, sono storie, sono famiglie. Beh, come quella di Marjorie, ecuadoriana, che aveva 48 anni e tre figli ed era venuta in Italia 14 anni fa. Marjorie - continua - è morta nel magazzino in cui lavorava da un anno, ad Arzala in Campania. Era su una scala a sistemare della merce, una scala di quelle che abbiamo anche in casa. E’ caduta, ha sbattuto la testa e l’hanno portata in ospedale. E' morta il giorno dopo».
Quindi BigMama: «Come quella di Paolo, che aveva 56 anni, una moglie, due figli ed era un ingegnere molto stimato. Paolo - aggiunge - era come sempre in cantiere, stava ristrutturando un ex albergo sul lungomare di Lido di Camaiore, in Toscana, ed è stato schiacciato da una lastra di vetro che si è sganciata da una gru a 30 metri di altezza. Purtroppo non ha fatto in tempo a spostarsi».
«Come quella di Daniel, che di anni ne aveva soltanto 22 e amava il basket - spiega Ermal Meta - Daniel lavorava in fabbrica, la stessa fabbrica in cui lavorava anche suo padre, in Friuli. Faceva il turno di notte, stava manovrando un macchinario, ed è stato trafitto alla schiena da due sketch roventi, è morto all’istante. Oggi siamo qui per Marjorie, per Paolo, per Daniel e tutti gli altri che sono morti lavorando», conclude.
«A volte sembra di sentire un ballettino di guerra. Questo accade quando il lavoro si disumanizza e anzichè essere uno strumento con cui l’essere umano realizza se stesso, mettendosi a disposizione della comunità, diventa una corsa esasperata al profitto. E questo è brutto. La sicurezza sul lavoro è come l’aria che respiriamo. Ci accorgiamo della sua importanza solo quando viene tragicamente a mancare ed è sempre troppo tardi. Siamo esseri umani e non macchinari, persone uniche e non pezzi di ricambio». Al Concertone del Primo maggio risuona ancora la voce di Papa Francesco in un suo intervento a difesa della dignità del lavoro.
Da Dente ai Patagarri gli appelli contro la guerra
«Fate l’amore non la guerra, si sta meglio a letto che sotto terra». È la scritta che ha sfoggiato Dente sulla sua maglietta, durante la sua esibizione sul palco del Concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma. Primo momento autenticamente 'politicò al Concertone del Primo maggio con i Patagarri che al termine di "Hava Nagila" cantano al ritmo coinvolgente di musica gitana «Free Paletsinje, Palestina libera!». E’ il primo momento autenticamente politico di un Concertone finora dimesso e incanalato su binari molto canonici e regolari, attento esclusivamente al tema della sicurezza sul lavoro. Se si esclude l’inizio con le note di "Bella ciao" all’inizio cantata da Leo Gassmann, sono i Patagarri a dare uno scossone al Concertone 2025. «Stiamo vivendo tempi incerti, ogni giorno c'è qualcosa di storto. Abbiamo bisogno di eroi. Ma chi sono gli eroi? Non quelli con maschera e mantello, sono quelli che combattono in ciò in cui credono, che combattono per fare le cose giuste. Quelli che ogni mattina vanno al lavoro per prendersi cura della loro famiglia, per prendersi cura di chi amano, a prescindere da quanto bassa sia la paga: sono questi gli eroi di cui abbiamo bisogno. Se ognuno di noi fa la sua parte, andrà tutto bene». È l’appello lanciato da Mondo Marcio dal palco del Concertone del Primo Maggio a Roma.
Noemi e Big Mama si baciano sulle labbra
Il Concertone, dopo la pausa per il tg, riparte con i medley dei conduttori Noemi, Ermal Meta e BigMama, sulle note di Albachiara di Vasco Rossi, Diavolo in me di Zucchero, One degli U2, I Kissed a Girl di Katy Perry and Human di The Killers. Durante l’esibizione, Noemi e BigMama si sono scambiate un bacio a stampo sulle labbra.
Alfa e Gazzelle esaltano la piazza
Ora il programma è ripartito con Carl Brave per poi proseguire con Alfa (20.37), Arisa (20.45), Gazzelle (20.55), Lucio Corsi (21.11) che canta "Freccia bianca", "Volevo essere un duro e "Francis Delacroix". Quindi tocca a Elodie (21.24), Brunori Sas (21.36), Giorgia (21.56) che canta "Il mio giorno migliore", "Oronero", "Gocce di memoria", "Tu mi porti su", "Niente di male" e "La cura per me". Quindi Ghali (22.09), Fulminacci (22.21), Achille Lauro (22.37) che canta 'Incoscienti giovanì, 'Amor' e 'Amore disperatò. Indine Joan Thiele (22.49), Franco126 (23.03), Serena Brancale (23.14), Luchè (23.22), Rocco Hunt (23.33), The Kolors (23.41) che cantano "Tu con chi fai l’amore", "Un ragazzo una ragazza" e "Italodisco". Chiude Gabry Ponte (23.54) che canta 'Tutta l’Italia", 'Blù e 'Thunder'.
Brave dedica la canzone al poeta Remo Remotti
«Dentro al mio disco c'è una canzone che si intitola Flash: la dedico al grande poeta Remo Remotti». La dedica dal palco del Concertone del Primo Maggio a Roma è di Carl Brave.
Elodie: "Diritti sono di tutti o sono privilegi"
«Sono felicissima di essere qui, è la prima volta sul palco ma ne ho fatti tantissimi da spettatrice come voi. Mi è sempre piaciuto perché questa è la casa dei diritti. E questa festa ci ricorda sempre che i diritti sono di tutti o sono privilegi. Non dimentichiamolo mai. Buon Primo maggio». È l’appello lanciato da Elodie durante la sua esibizione, per la quale si è avvalsa chiaramente anche di basi registrate.
Brunori: “Rimaniamo svegli, rimaniamo uniti”
“Buon primo maggio, rimaniamo svegli, rimaniamo uniti”: è l’appello di Brunori Sas che sul palco canta La ghigliottina, Al di là dell’amore e La verità. Ed esalta la piazza. Una grande performance da parte dell'artista cosentino che ha entusiasmato.
Giorgia incanta la piazza
“Ciao Roma, una voce sola siamo”. Così Giorgia dal palco del Concertone dove incanta il pubblico cantando un medley dei suoi più grandi successi: Il mio giorno migliore, Oronero, Gocce di memoria, Tu mi porti su, Niente di Male e la sanremese La cura per me.
Achille Lauro incosciente giovane
Ol pubblico lo aspettava da tanto e intona in coro Incoscienti giovani, la canzone sanremese di Achille Lauro. Il cantautore romano affascina la piazza e intona sul palco del Concertone anche Amor e Amore disperato. «Questo è un palco importantissimo, e sono contento nel nostro piccolo di poter fare qualcosa di grande. Sempre e per sempre dalla parte di chi ha bisogno». Achille Lauro è stato accolto dalla piazza di San Giovanni a Roma, della sua Roma, da un caldo abbraccio. Davanti ai tanti che lo aspettavano - la marea umana riempie la piazza fino alle strade adiacenti - ha intonato i suoi ultimi successi, partendo dalla sanremese Incoscienti Giovani a Amore disperato, passando da Amor, tratta dall’ultimo disco. «Sono immensamente grato a ognuno di voi sotto al palco. Roma siamo tuoi figli e ti dobbiamo tutto», ha detto prima di lasciare il palco tra gli applausi.
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