Il futuro non si aspetta, si costruisce. E serve farlo ora, con consapevolezza e responsabilità. È con questo spirito che ieri l’Università ha aperto le porte alla settima edizione dell’UniMe Sustainability Day, trasformando il plesso centrale in un laboratorio aperto alla cittadinanza per riflettere sul presente e immaginare nuovi modelli di sviluppo. Un evento che ha messo al centro la sostenibilità come necessità non più rinviabile, coinvolgendo studenti e studentesse, esperti e Istituzioni in un confronto ampio e trasversale.
Organizzata in concomitanza con Messina 2030 e nell’ambito del progetto SostenibilMEnte, nato dalla collaborazione tra Università e Comune, la manifestazione si è articolata intorno a cinque aree tematiche: risorse e ambiente, mobilità, energia, inclusione e salute, con oltre 50 interventi, seminari e focus divulgativi. Coinvolti più di mille giovani, comprese numerose delegazioni provenienti dagli Istituti superiori. Non solo un’occasione informativa, ma anche un momento di responsabilizzazione condivisa. A guidare l’intera giornata è stato infatti lo spirito della partecipazione attiva: ascoltare, osservare, confrontarsi, ma anche proporre. Perché la sostenibilità, come sottolineato, è prima di tutto un processo culturale che deve permeare il pensiero e le azioni quotidiane.
Nell’atrio del Rettorato, accanto ai laboratori e alle dimostrazioni dei ricercatori, allestiti anche stand informativi di realtà universitarie che contribuiscono alla vita dell’Ateneo: Safeu, UniVersoMe e Crescendo Incubatore. Quest’ultima ha presentato l’evento “Muvemuni”, una sfida urbana in programma il 24 maggio che unisce gioco, cultura e mobilità sostenibile, contribuendo a promuovere comportamenti più rispettosi dell’ambiente attraverso modalità innovative di coinvolgimento.
Il seminario inaugurale è stato aperto dalla rettrice Giovanna Spatari, che ha ribadito il ruolo dell’Università come promotrice di consapevolezza e responsabilità sociale: «L’Università – ha dichiarato – non è importante solo per acquisire conoscenze tecniche, ma anche per riflettere su temi che possono migliorare il futuro. Voi giovani sarete portavoce e protagonisti di un cambiamento che potrà rendere il mondo un posto migliore». Poi, gli interventi della delegata alla Sostenibilità, la prof.ssa Roberta Salomone, e della prof.ssa Cinzia Ingratoci, moderatrice dell’incontro. Intervenute anche, da remoto, le dottoresse Claudia Girotti e Rosalba Chirieleison, di AlmaLaurea. Ricordata la prof.ssa Angela Mezzasalma, già delegata al Placement, recentemente scomparsa.
Comunicare la sostenibilità: il ruolo dei media
Tra gli appuntamenti anche il seminario “Sostenibilità poliedrica: le 17 sfide dell’Agenda 2030”, organizzato dal Dicam con Assostampa Sicilia, con la partecipazione di UniMe Gds Lab, laboratorio di giornalismo coordinato dalla vicecaposervizio di Gazzetta del Sud Natalia La Rosa e dalla prof.ssa Maria Laura Giacobello, che ha approfondito il ruolo dei media nella diffusione di una corretta cultura della sostenibilità.
Focus sull’Agenda 2030 nell’incontro che si è tenuto nell’Aula 6 di Economia. In apertura, il prof. Marco Centorrino, docente di Sociologia dei precessi culturali e comunicativi, ha portato i ringraziamenti del direttore del Dicam, Giuseppe Ucciardello. Sono seguiti gli interventi della prof.ssa Maria Laura Giacobello, docente di Filosofia morale e coordinatrice del corso di laurea in Scienze dell’informazione, la quale ha sottolineato la sua vicinanza al tema della sostenibilità, e della prof.ssa Elena Santagati, delegata ai Servizi per disabilità e Dsa, che ha illustrato i supporti attivi in Ateneo a tutela dell’inclusione, anch'essa tematica afferente alla sfera della sostenibilità sociale. Il segretario provinciale di Assostampa Sicilia Sergio Magazzù ha ribadito il dovere del giornalismo di contribuire con rigore alla costruzione di una coscienza collettiva sui temi della sostenibilità.
Nella seconda parte, moderata da Centorrino, confronto tra tre voci autorevoli. Il prof. Giovanni Messina, docente di Geografia, ha proposto una riflessione sul concetto di sostenibilità come sistema di relazioni tra essere umano, ambiente e territorio, mentre Centorrino, nella sua veste di docente di Sociologia della comunicazione, ha analizzato come i media rappresentino la sostenibilità, evidenziando limiti, stereotipi e derive di marketing nel cosiddetto "greenwashing".
Poi, il giornalista di Gazzetta del Sud Riccardo D’Andrea ha offerto una testimonianza concreta sul ruolo dell’informazione locale nella diffusione dei temi legati alla sostenibilità. Parlando da osservatore diretto del territorio, D’Andrea ha citato progetti come ForestaMe, o la riqualificazione dell'ex Città del Ragazzo o ancora la recente assegnazione della Bandiera Blu alle spiagge messinesi, sottolineando come la stampa abbia una responsabilità significativa nel comunicare ai cittadini ciò che si sta realizzando in termini di sostenibilità ambientale e sociale. Infine, ha ribadito che il lavoro dell’informazione non può essere solo quello di riportare dati: è necessario costruire una narrazione continua, concreta, competente e coerente.
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