Con 285 voti a favore, 106 contrari e quattro astenuti l’Aula della Camera approva il decreto legge milleproroghe. Il testo, su cui ieri il governo Conte aveva incassato a Montecitorio la propria prima fiducia, ora torna al Senato, che ne ha già calendarizzato l’esame per il prossimo 16 settembre. Vista la ristrettezza dei tempi, è a questo punto probabile che anche a Palazzo Madama il governo ricorra alla fiducia. Sul testo si è consumata a Montecitorio una dura battaglia ostruzionistica condotta dal Partito democratico. Dopo il voto di fiducia, ieri pomeriggio, fino all’alba l’Aula della Camera è stata teatro di una lunga ed ininterrotta maratona oratoria a cui hanno preso parte tutti i deputati del Pd. Un atteggiamento da cui si è, invece, dissociata Forza Italia, che non ha partecipato alla votazione finale: il partito di Berlusconi non ha condiviso la battaglia ostruzionistica sul testo che è stata invece fortemente voluta dai dem, dopo che il governo aveva posto la questione di fiducia. I big democratici si sono esposti in prima persona, con il segretario Maurizio Martina in Aula per parecchie ore vicino all’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Il tutto per una prova di forza con cui l’opposizione ha deciso di farsi sentire: con l’obiettivo di far capire a governo e maggioranza che l’esame dei prossimi provvedimenti in Aula non sarà rose e fiori. «E' solo l’inizio», ha ammonito Martina Nardi. Nelle centinaia di interventi sugli ordini del giorno e, poi, in dichiarazione di voto finale i deputati del Partito democratico hanno puntato il dito sui due punti da essi più contestati del provvedimento: il taglio di 1,6 miliardi ai fondi per le periferie e la previsione della autocertificazione per i vaccini nelle scuole. «A chi dice 'manca l’opposizionè chiedo di guardare le immagini di Montecitorio stanotte. I nostri deputati, da soli, in aula, a lottare contro la legge vergognosa sui vaccini. Grazie ragazzi!», twitta Matteo Renzi; e un grazie ai deputati del Pd è arrivato da Maurizio Martina: sono stati «giorno e notte per cercare di impedire che il governo calpesti il diritto alla salute dei bambini e lo scippo ai quartieri popolari tagliando le risorse del bando periferie», ha detto il segretario.