Sabato 23 Novembre 2024

Manovra, Conte prova a stringere i tempi ma Salvini frena

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte prova a prendere la rincorsa in una settimana chiave per la manovra, puntando a dare il via libera sia alla legge di bilancio che al decreto fiscale in Consiglio dei ministri lunedì, facendo asse con Luigi Di Maio nel tentativo di stringere i tempi. «Lunedì approviamo la legge di bilancio», rimarca insieme al capo del M5S. Ma Matteo Salvini frena: «Potremmo chiudere in settimana», dichiara cauto. Restano infatti distanze tra cinquestelle e Lega sulle misure da prendere, specie sul fisco, e c'è molto scetticismo nella maggioranza sul fatto che la manovra possa arrivare tra due giorni sul tavolo dell’esecutivo pronta da varare. Giuseppe Conte sfoggia comunque ottimismo, «stiamo invertendo il trend della recessione per puntare sulla crescita», afferma, "lasciateci confrontare con la Ue». E, d’accordo con Di Maio, prova il blitz per blindare subito le misure della manovra. Ma la Lega non vede così rapido l’iter della legge, anzi. Entrano nella carne viva poi le tensioni con il Tesoro. Giovanni Tria, dopo il duro scontro su Alitalia proprio con il leader pentastellato, si sente di nuovo stretto nella morsa tra i due vicepremier, scavalcato da annunci di nazionalizzazione o difesa dell’italianità. In vista del Consiglio di lunedì i tecnici di Palazzo Chigi lavorano alacremente. «Ci riuniremo anche prima per concordare gli ultimi dettagli», afferma Conte. Contatti informali sono in corso tra i leader e i ministri. Entro lunedì a mezzanotte va inviato alla Commissione Ue il documento programmatico di bilancio sulla manovra. Uno schema sul quale Bruxelles si pronuncerà. «Si tira dritto, anzi drittissimo», assicura Salvini, ma i tempi del leader leghista sono diversi da quelli immaginati da Conte e Di Maio. «Potremmo chiudere in settimana - dice - se non avremo altre sorprese da altri uffici con qualche genio dell’economia». Allusione ai tecnici dei ministeri che remerebbero contro. Quindi promette: «Smonterò la legge Fornero ad ogni costo, sono stato eletto per questo». Nell’ardua ricerca di una quadratura si inserisce Tria che viene descritto da chi lo ha sentito come «esasperato, amareggiato, non sereno». «Ce n'è una ogni giorno, così non si può andare avanti», avrebbe detto in sostanza il ministro dell’Economia a chi ha avuto modo di parlargli. Tanto da far nuovamente circolare voci di sue dimissioni dopo la sessione di bilancio. Voci che comunque non trovano nessuna conferma in ambienti ministeriali. Oggi su Alitalia torna alla carica anche Salvini assicurando che «un Paese che può avere tanto dal turismo non possa perdere una compagnia di volo, regalata al primo straniero che passa». Un nuovo scavalcamento del ruolo del Tesoro, già costretto a ingoiare, senza reagire con una plateale presa di distanza, il rospo del rapporto deficit-Pil al 2,4%: probabilmente - si ragiona in ambienti parlamentari - anche per la moral suasion del Quirinale. Intanto le opposizioni attaccano il governo. «La manovra scarica tutto contro i giovani. contro il loro futuro», secondo il segretario del Pd Maurizio Martina, che ribadisce il sospetto di una maggioranza M5S-Lega che vorrebbe far saltare l’Euro. Il candidato alla leadership dem Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, avverte: «Lo dico con grande nettezza al governo, e saranno gli amministratori a dirlo: non vi azzardate a tagliare un euro ai trasferimenti agli enti locali». Da Forza Italia - alle prese con la fronda interna filo-Salvini - Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera, ribadisce che così com'é la manovra non sarà mai votata dagli azzurri, accusando la Lega «di consentire ai cinquestelle lo sfascio del Paese». E ancora: "Salvini spieghi agli imprenditori del Nord che voterà il reddito di cittadinanza...».

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