Domenica 28 Aprile 2024

Il condono della discordia, Conte rassicura: "Nessuna crisi di governo"

La 'pacificazione fiscale' serve a consentire ai contribuenti di azzerare le pendenze e di accedere al nuovo sistema, che contempla un 'fisco amico'. L'accordo politico raggiunto ha l'obiettivo di permettere a chi ha avuto difficoltà oggettive di regolarizzare la sua posizione. Neppure gli esponenti della Lega hanno mai manifestato l'intenzione di premiare i grandi evasori". È quanto precisa, in una intervista al Fatto quotidiano, il premier Giuseppe Conte che assicura: "Nessuna crisi, faremo una nuova deliberazione". Sul caso della cosiddetta "manina" nel decreto fiscale, Conte chiarisce: "Siamo entrati in Cdm subito dopo aver concluso l'accordo politico sulla 'dichiarazione integrativa', l'ormai famoso articolo 9, nella consapevolezza che la sua traduzione tecnico-giuridica sarebbe stata formulata successivamente. Nel testo che avevamo sul tavolo del Consiglio l'articolo 9 era in bianco. Un testo normativo viene spesso rimaneggiato nel passaggio tra uffici della Presidenza, ministero dell'Economia e Ragioneria e, infine, Quirinale. Nel corso del Consiglio - prosegue - mi è stato recapitato un foglio con una prima formulazione giuridica dell'accordo. Questo foglio non è stato distribuito a tutti i ministri, sono stato io a sintetizzare i termini dell'accordo politico raggiunto, nella consapevolezza che il testo che avevo tra le mani andava poi verificato sul piano tecnico. Già a caldo ho segnalato alcune correzioni che andavano apportate". "Le dimissioni di Tria - aggiunge -? Non avrebbero senso dopo tutto questo lavoro". "A breve - annuncia quindi - la decisione finale sul Tap in Puglia". "Basta infortuni e tensioni", è poi l'invito di Conte in un colloquio con il Corriere della Sera, "il tema su cui far riflettere tutti - spiega - è che queste tensioni non ci giovano: come coalizione ma soprattutto come Paese. Bisogna mostrare senso di responsabilità. "Sicuramente - ammette - lo spread in rialzo complica parecchio le cose. Ho sempre pensato che i nostri giudici più severi fossero i mercati finanziari, non la Commissione europea".  

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