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Riace, Di Maio: "Violate leggi, non è modello". Lucano: la giustizia ha un valore più profondo

Luigi Di Maio

«Su Riace, fermo restando che bisogna aiutare le persone e sono contento che non ci sia alcuna deportazione, ricordo che c'è un inchiesta e che sono state violate molte leggi. A chi dice che è un modello, vuol dire che gli altri sindaci sono fessi». Così il vicepremier Luigi Di Maio, a «Mezz'ora in più», su Rai 3, commentando la partecipazione di Lucano a «Che tempo che fa». «Fazio porta avanti la sua linea editoriale. Ma mi preoccupa il messaggio agli altri sindaci che è quello di violare le regole. Avremmo 8000 sindaci arrestati».

E in serata è arrivato l'intervento di Mimmo Lucano alla trasmissione Rai condotta da Fabio Fazio: «Dove ho dormito la prima notte? Nella mia macchina - spiega Lucano - Adesso sono in un paese vicino, i prossimi giorni vedremo ma sono fiducioso che questo allontanamento da Riace duri il più breve tempo possibile. Io voglio stare lì».

«Il mio interesse era cercare di riscattare il mio territorio - prosegue Lucano - Poi c'è stato uno sbarco nell’estate del 1998 con circa 250 profughi. Poi è nata un’idea che l’arrivo delle persone nella aree interne e spopolate poteva essere la soluzione per ricostruire la comunità, c'erano tantissime case abbandonate. Così abbiamo sperimentato l’accoglienza spontanea, nessun essere umano può diventare indifferente davanti a qualcuno che ti chiede di essere aiutato».

«Adesso dobbiamo recuperare crediti su attività già svolte e poi dobbiamo capire quello che rimane - dice l'ex sindaco di Riace - Non voglio nemmeno immaginare gli effetti di quello che si è creato. Perdiamo un asilo nido multietnico, un laboratorio di artigianato multietnico, che attirava ad esempio turismo scolastico e multietnico. Molte persone avevano trovato un lavoro».

È possibile fare accoglienza rispettando le regole? «Alcune volte favoreggiamento all’immigrazione clandestina significava che i pescatori dovevano vedere annegare i rifugiati e non fare nulla, è impossibile rimanere indifferenti, che senso ha rispettare quelle leggi? La giustizia ha un valore molto più profondo. Anche le leggi nel periodo nazista erano la legalità ma sono state un dramma per l’umanità».

«Il paradigma che gli stranieri ti tolgono il lavoro, portano problemi di ordine pubblico e che portano malattie a Riace viene dissolto, non è così e la sua applicazione pratica mostra che è possibile tutta un’altra storia. L’analisi della realtà per tanti anni è stata così. Questo è un messaggio che non deve essere divulgato perchè alla parola immigrazione si associa un dramma, un problema, si costruiscono consensi elettorali e propaganda che secondo me è ingiustificata. Se è possibile a Riace che è un’area depressa d’Italia può essere possibile ovunque. Noi ci siamo sforzati di essere normali», ha aggiunto.

«Non è possibile che deve prevalere questa società delle barbarie, della disumanizzazione - aggiunge - il nostro sforzo è anche per per costruire una differente civiltà dei rapporti umani in cui prevale la normalità, la fraternità, non avere pregiudizi, non avere ostilità. Incontrare un’altra persona deve essere un orgoglio, una fierezza». Cosa succederà adesso? «Possiamo tornare alle origini, com'è stato nei primi quattro anni, come volontari», e «facendo affidamento sulla rete internazionale di solidarietà che vede Riace come una speranza per una diversa umanità. Non è possibile che prevalga la società delle barbarie. Il nostro è uno sforzo per costruire una differente società dei rapporti umani».

«Le persone arrivate a Riace sono richiedenti asilo politico o titolari di protezione umanitaria, nessuno è fuorilegge. Il matrimonio che mi viene contestato è regolare ed è avvenuto tra due persone che si conoscevano, tra una ragazza nigeriana e una persona di Riace. Ho agito nella legge» ha detto Lucano commentando le accuse della Procura di Locri sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

In merito all’accusa sul fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti, Lucano ha aggiunto: «È un
reato incomprensibile. Stiamo parlando di una cooperativa sociale di persone disagiate. Fanno raccolta con gli asini. Non si tratta di un intreccio dove c'è il malaffare».

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