Il Trentino e l’Alto Adige consegnano a Matteo Salvini un pacchetto di consensi da spendere in chiave governo, ma anche in Europa. È il risultato delle elezioni provinciali. «Vuol dire che la gente è soddisfatta di quello che la Lega ha fatto nei primi quattro mesi di governo" commenta il vicepremier incassando l’elezione del governatore leghista Maurizio Fugatti col 46,74% in Trentino, dove il partito è diventato il primo (27,09%). E un epilogo in Alto Adige (11,1%) con cui guadagna un’ipoteca per entrare in Giunta.
«Un mandato forte come auspicato», sottolinea Fugatti. A esplicitare oggi come questo voto fosse in pectore un’Opa sul voto Ue di maggio è l’europarlamentare Mara Bizzotto: «Alle europee del 2019 faremo il cappotto finale». Tra i leghisti a esprimere soddisfazione ci sono il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti; la ministra per gli Affari regionali, Erica Stefani, che definisce la Lega come capace di «convincere sui propri temi, oltre i confini dov'era nata"; il governatore del Veneto Luca Zaia, che sottolinea il «gran lavoro fatto da Salvini"; quello della Lombardia, Attilio Fontana, che parla di "unico partito che riesce a rappresentare la necessità di cambiamento"; quello del Friuli Venezia Giulia che osserva come si tratti di un «risultato storico a Bolzano». In Trentino il voto significa anche la sconfitta del centrosinistra autonomista, arrivato alle urne diviso, che governava sul territorio da vent'anni. Il candidato Pd, l’ex senatore Giorgio Tonini, resta fermo al 25,40% e il governatore uscente, Ugo Rossi (Patt), al 12,42%. «L'ennesima conferma che bisogna cambiare. Il Pd deve cambiare» commenta il governatore del Lazio e candidato alle primarie, Nicola Zingaretti.
«La caduta della sinistra anche in Trentino dimostra che non esistono più le regioni rosse» sentenzia Francesco Giro, senatore di FI. Partito che però in Trentino si ferma al 2,82% e in Alto Adige all’1%. Un dato, quest’ultimo, che fa dire alla deputata Michaela Biancofiore che rimette il suo mandato di coordinatrice territoriale nelle mani di Berlusconi. Aspettative deluse per il candidato M5s in Trentino Filippo Degasperi che non vede il partito giungere alla doppia cifra sperata, ma al 7,23%, con un 2,4% in Alto Adige. «Il M5S c'è. Senza fare alleanze, incassare grossi finanziamenti per la campagna elettorale e avere il sostegno dei media», commenta il ministro per i Rapporti col Parlamento, Riccardo Fraccaro. In Alto Adige intanto la Svp perde quasi 4 punti, ma non crolla come gli amici della Csu in Baviera. «Col 42% la Svp ottiene un risultato eccezionale, se si guarda al contesto europeo», commenta il governatore Arno Kompatscher. La vera sorpresa però è la lista dell’ex grillino Paul Koellensperger, 48 anni, fondata tre mesi fa.
«Ci siamo presentati con una visione autonomista ed europeista - dice - e siamo stati premiati dai cittadini. Finalmente esiste una vera alternativa alla Svp». Per la futura giunta, «gli accordi tra Svp e Lega - aggiunge - sono già a buon punto, anche se vedo assai difficile per la Volkspartei governare a Bolzano col Carroccio, poi presentarsi alle europee con questo partito antieuropeista». "Europeista, autonomista e sostenitore della pacifica convivenza": è l’identikit indicato da Kompatscher per il futuro partner di coalizione. In merito all’accusa di antieuropeismo il leader locale della Lega, Massimo Bessone, precisa: «Non vogliamo uscire dall’Europa, ma riformare questa Europa, perché non è a favore dei cittadini, ma delle banche e dei poteri forti. Altre cose che ci legano alla Svp, dall’autonomia al federalismo». Resta così sullo sfondo l’ipotesi, anche se remota, di una giunta 'semaforò centrista e europeista con Svp, la lista Koellensperger, mentre i Verdi e il Pd garantirebbero la presenza italiana.
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