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Taglio delle pensioni d'oro, allo studio una nuova versione

Anziani al parco

Un nuovo contributo di solidarietà sulle pensioni che superano i 4.500 euro. Tramontata l’idea del
ricalcolo contributivo degli assegni d’oro, la maggioranza gialloverde si sta orientando su una riedizione del prelievo, messo in campo più volte negli anni della crisi. Questa nuova versione del taglio delle pensioni d’oro, bandiera del Movimento 5 Stelle, dovrebbe arrivare come emendamento alla manovra, visto che l’impianto della norma va definito nel dettaglio e studiato per evitare, come fu il caso del contributo voluto dal governo Monti, di incappare nell’illegittimità costituzionale.

Difficile, vista l’attesa anche di dati più precisi su chi percepisce questi maxi-assegni (una platea di circa 30mila persone), che si riesca a mettere a punto la misura entro lunedì quando, molto probabilmente, il testo della legge di Bilancio sarà trasmesso al Parlamento. L’idea sarebbe quella di modularlo su diversi scaglioni, sulla falsariga dei vecchi contributi: quello introdotto dal governo Letta per il triennio 2014-2016 e 'salvatò dalla Corte Costituzionale aveva tre aliquote al 6, 12 e 18 per cento, che si applicavano alla parte eccedente gli assegni a partire da 14 volte il minimo fino a 30 volte il minimo. Il governo Letta aveva anche introdotto una rivalutazione parziale degli assegni che scade a fine anno e che, non sarebbe più in pista perché si rivolge anche ad assegni medio-bassi.

La soglia di intervento, assicura la Lega, sarà quella dei 4.500 euro netti (circa 90mila euro lordi, che corrisponderebbe a un assegno 14 volte il minimo). Sarà da vedere come calibrare il nuovo meccanismo per raggiungere i risparmi annunciati dal governo, 1 miliardo in tre anni.

Nella manovra entrerà subito, invece, lo smontaggio della legge Fornero. Una misura che sarà «strutturale» assicura il vicepremier Luigi Di Maio, e non sarà valida solo per il prossimo anno. Questa interpretazione, suggerita in prima battuta da Moody's, troverebbe sostegno nei numeri del Draft Budgetary Plan (il progetto di bilancio su cui pende la bocciatura di Bruxelles) nel quale, osserva ad esempio l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, «mancano almeno 3 miliardi nel 2020 e forse 6 nel 2021». Ma il governo, come si legge anche nelle bozze della legge di Bilancio, sta immaginando un meccanismo a vasi comunicanti tra il Fondo per superare la Fornero e quello per il reddito di cittadinanza, che nelle intenzioni dovrebbe permettere non solo di travasare
risorse tra le due misure ma anche di trasferire agli anni successivi eventuali fondi non spesi. I paletti a quota 100 - 62 anni di età e 38 di contributi, uniti al divieto di cumulo che si dovrebbe introdurre almeno per i primi 24 mesi - dovrebbero ridurre il numero di chi andrà effettivamente in pensione
anticipata con le nuove regole.

La volontà del governo, spiega il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, è quella di favorire «un vero ricambio generazionale». Proprio per questo si starebbero tra l’altro disegnando delle finestre ad hoc per gli statali, con la decorrenza posticipata di tre mesi, per garantire continuità amministrativa. Durigon assicura anche che ci sarà un intervento sulle pensioni dei giovani, garantendo loro l’integrazione al minimo (con 20 anni di contributi) ora non prevista per chi è stato assunto dopo il 1996. Le risorse, dice ancora l’esponente della Lega, sono sufficienti anche per "Ape sociale e opzione donna». L’intero pacchetto consentirebbe tra l’altro di chiudere definitivamente, secondo la maggioranza,la questione esodati senza necessità di una nona salvaguardia.

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