Danni del maltempo, 253 milioni per le urgenze. Stato di emergenza in 11 regioni tra cui Sicilia e Calabria
Continua la conta dei danni del maltempo che la scorsa settimana ha messo in ginocchio l’Italia, mietendo vittime e flagellando interi territori. Per Coldiretti, l'agricoltura è in sofferenza per almeno un miliardo di euro e negli ultimi dieci anni, di miliardi, ne ha persi 14, tra piogge e siccità. Domani il Consiglio dei ministri dichiarerà lo stato di emergenza in undici regioni e il premier Antonio Conte ha detto che, subito, sono disponibili 253 milioni di euro per far fronte ai lavori più urgenti e improcrastinabili per dare una prima sistemata a strade e centri abitati colpiti da frane e smottamenti, foreste distrutte, fabbriche che devono riprendere la produzione, corsi d’acqua esondati, tronchi d’albero ovunque, mareggiate che hanno distrutto porti e mangiato arenili. Nel dettaglio, il governo stanzierà in Cdm 53,5 milioni di euro cui si aggiungerà il «prelievo di 100 milioni dal fondo spese impreviste e altri 100 milioni dal fondo per le esigenze indifferibili», ha spiegato Conte. Si tratta di «finanziamenti che potranno essere disposti e poi attivati in via amministrativa. A tali risorse aggiungeremo anche quelle del decreto del Presidente del consiglio per la ripartizione del fondo investimenti attualmente all’esame delle Camere che saranno destinati non solo alla risoluzione delle emergenze sul territorio in materia di dissesto idrogeologico ma anche alla loro prevenzione», ha proseguito il premier. Entro la fine del mese, sarà presentato il piano straordinario di intervento contro il dissesto idrogeologico. «Lo sto elaborando io stesso con il ministro dell’Ambiente: vorrei dire anche che nel ddl sul bilancio è prevista l’introduzione della struttura presso la presidenza del consiglio dei ministri, Investitalia, che coordinerà gli interventi», ha reso noto Conte. Domani il Cdm dichiarerà l’emergenza in Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Lazio, Sardegna, Calabria, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Trentino Alto Adige per agevolare la 'ripartenza' con procedure snelle e fondi. Il Veneto si sta rialzando, con il lavoro senza sosta di Protezione civile, vigili del fuoco e centinaia di volontari. Nel bellunese, zona tra le più disastrate, «piano piano prosegue il ritorno alla normalità almeno per ciò che riguarda le esigenze primarie», ha detto il coordinatore dell’Unità di Crisi, l’assessore Gianpaolo Bottacin, spiegando che «la situazione delle utenze elettriche è in costante miglioramento e ormai la quasi totalità è servita o da rete o da generatore». Resta ancora in fase di sistemazione la condotta dell’acqua a Rocca Pietore, dove sono circa 400 le utenze a secco, ma ci sono le autobotti. Nel vicentino, sugli altopiani di Asiago, è successa una cosa mai vista: un branco di lupi con i cuccioli è sceso a valle, in fuga dai boschi rasi al suolo dopo la strage degli abeti: virale l’eccezionale video pubblicato su Facebook. Al lavoro in Trentino una task force per recuperare il legno e ripristinare il patrimonio boschivo, circa 7mila gli ettari abbattuti con lo schianto di due mln di metri cubi di alberi. La Toscana ha stanziato 5mln di euro per ripascere le spiagge. Stop alle polemiche sui fondi Bei. «In questo momento - ha spiegato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa - quel prestito non serve perché, per la progettualità esistente presentata dalle regioni, quei fondi non servono. Tutti i progetti presentati per il contrasto al dissesto idrogeologico possono essere coperti dai fondi esistenti. Per il futuro, non escluderemo il mutuo se dovesse essercene bisogno». Ma in questa fase, ha tagliato corto Costa, «il mutuo Bei è ridondante».