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Nomine al Comune di Roma, Raggi assolta: "Avanti a testa alta"

La Raggi è stata assolta nell’ambito del processo sulla nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Campidoglio

«Il fatto non costituisce reato». Assolta. Quando in tribunale Virginia Raggi si guarda indietro verso i presenti in aula, sul suo volto i denti stretti lasciano spazio alla commozione. Dalla lettura della sentenza è passato solo un attimo. Quanto basta per liberare una profonda tensione, forse tenuta a freno per quasi due anni e che ora si scioglie sui titoli di coda di un processo che l’ha vista portare un peso giudiziario diventato man mano un macigno politico che grava sul futuro del Campidoglio.

«Questa sentenza spazza via due anni di fango. Andiamo avanti a testa alta per Roma, la mia amata città, e per tutti i cittadini», dice la sindaca che incassa il tifo dei sostenitori e l’esultanza dei generali del movimento che attaccano duramente stampa e i giornalisti definiti «infimi pennivendoli» o peggio «puttane». Ma c'è spazio anche per il sostegno alla sindaca assolta. Luigi Di Maio su facebook la incoraggia «Forza Virginia! Contento di averti sempre difesa e di aver sempre creduto in te».

Sul suo blog, Beppe Grillo, scrive: «Raggi ha ricevuto abbastanza discredito e calunnie da raggiungere 360 archiviazioni ed una assoluzione in due anni». E le manda «un abbraccio forte». Positivo anche il commento del vicepremier leghista e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per il quale l'assoluzione di Virginia Raggi «è buona notizia».

Il giudice monocratico di Roma, Roberto Ranalli, impiegato poco più di un’ora per decidere sulla vicenda giudiziaria della Raggi che era imputata di falso in relazione alla nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Campidoglio. E sull'esito del processo il pm Francesco Dall’Olio, al quale la sindaca ha stretto la mano prima di lasciare definitivamente l'aula, si limita a dire che per un eventuale ricorso in Appello si dovrà attendere la lettura delle motivazioni che il giudice depositerà in febbraio. L’impianto accusatorio, secondo la Procura che aveva chiesto 10 mesi di reclusione, fondava sul presunto falso presente nella risposta che la sindaca aveva dato alla dirigente dell’anticorruzione del Comune dopo i rilievi fatti da Anac sulla nomina di Marra senior nell’ambito del procedimento di interpello.

Per i pm quella nomina era stata «gestita» da Raffaele Marra, all’epoca dei fatti direttore del Dipartimento Risorse Umane. «Ritengo che il giudice abbia valutato in modo positivo il quadro probatorio che abbiamo proposto. La sindaca Virginia Raggi, insomma, non ha mai commesso un falso», spiega l’avvocato Pierfrancesco Bruno, difensore della sindaca di Roma commentando la sentenza. Per i difensori della Raggi - che avevano chiesto "l'assoluzione con formula piena perchè il fatto non sussiste» - la procedura di nomina seguita dalla sindaca era stata «perfetta e senza alcuna illegittimità».

Dalla tensione nella città giudiziaria al clima di festa a Palazzo Senatorio. La prima cittadina è tornata subito a lavoro in Campidoglio, dove ha ricevuto chiamate sia dai vertici M5S, sia dai cittadini. Alcuni dei quali le hanno anche mandato dei fiori. Oggi si festeggia, da domani si tornerà al lavoro. Perchè come ricorda l’alleato di governo Salvini «ora i romani giudicheranno l’amministrazione dei 5 Stelle in base a come è messa Roma. È giusto che non siano le sentenze e i magistrati a decidere chi governa e chi va a casa».

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