«Sul cosiddetto bonus bebè è in predisposizione un emendamento governativo. Il precedente governo l’aveva prevista come misura a termine, destinata a cessare alla fine di quest’anno. La misura ha richiesto una più attenta verifica sulla sua operatività ed efficacia, all’esito della quale si è deciso di presentare, sin dalla Camera, un emendamento governativo che miri a tenere conto, e a superare, talune inefficienze che erano emerse nella precedente versione». Lo dichiara il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana riguardo lo stop al bonus bebè, il sostegno alla nascita dei figli, 960 euro erogati mensilmente in base all'Isee. Al momento la legge di Bilancio per il 2019 non contiene interventi su questo punto e la misura era stata rinnovata per il solo 2018. La norma, introdotta con la manovra per il 2015 inizialmente prevede un bonus per i primi 3 anni di vita dei bebè, nati tra il primo gennaio 2015 e il 31 gennaio 2017. Con l'ultima manovra era stato rinnovato per i soli nati del 2018 e per il primo anno di vita. Il bonus bebè vale anche per i figli adottati, in questo caso considerando il periodo di ingresso nella nuova famiglia, per italiani e stranieri con permesso di soggiorno. Anche la residenza in Italia è un pre-requisito, insieme all'indicatore Isee che non deve superare i 25mila euro. L'assegno viene raddoppiato per le famiglie con Isee sotto i 7.000 euro. La norma, introdotta con la prima legge di Bilancio del governo Renzi, fortemente voluta dall'allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin, valeva per i nati del triennio 2015-2017 e lo scorso anno, dopo settimane di battaglia parlamentare per trovare le risorse, era stato prorogato ai nati del 2018. L'assegno era rimasto sempre a 960 euro l'anno (80 euro al mese) ma era stato ridotto l'arco temporale al solo primo anno di vita del bambino. La misura, così come i 5 giorni di congedo obbligatorio (e pagato al 100%) per i papà alla nascita dei figli, per proseguire il prossimo anno avrebbe bisogno di un intervento normativo che, la momento, non compare nella manovra all'esame della commissione Bilancio della Camera. Sul possibile stop del bonus bebè sono arrivate le critiche dell'opposizione: «Chissà cosa diamine hanno in testa questi al governo. ha commentato il senatore del Pd, Davide Faraone -. Prima si inventano una misura inefficace e allucinante, un pezzo di terra al terzo figlio, e poi aboliscono il bonus bebè, una norma del governo Renzi che dal 2015 ha consentito ai nuovi nati 960 euro l’anno (oltre al bonus nido e al bonus mamma domani). Aboliscono le misure di sostegno reale alle famiglie e dicono di voler abolire la povertà. Vergogna». «Il governo dei parolai stoppa anche il #bonusbebè. In un paese dove la natalità è una vera emergenza, noi daremo battaglia per riconfermarlo #ladridifuturo», ha invece scritto su twitter il segretario del Pd, Maurizio Martina.