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Dalle mani della 'ndrangheta sulla Tav ai migranti, Di Battista lancia M5s alle Europee

Alessandro Di Battista inizia oggi la sua campagna elettorale a fianco del suo amico Luigi Di Maio per accompagnare il M5s alle europee e ribaltare i rapporti di forza che, allo stato, dividono i 5 Stelle dalla Lega. Torna in Tv, su Rai 1, e non risparmia scaramucce in direzione dell’alleato di governo che ogni giorno gli rosicchia pezzi di consenso.

«Non credo ai sondaggi e poi non è detto che alla fine i rapporti di forza saranno ribaltati» dice in proposito. La sua battaglia, come annunciato, la farà da outsider perché non intende candidarsi: non per questo sarà meno pericoloso per i suoi avversari. Dopo qualche minuto in diretta Tv ha infatti già detto la sua sulla Tav, che «è una stupidaggine e non si farà» e legato la questione a una faccenda di tangenti: ci sarebbero "intercettazioni di 'ndranghetisti per le quali, per come conosco il Paese, non si vuole uscire» dal progetto «perché qualcuno si è già steccato delle tangenti, che ai tempi attuali hanno la forma più elegante delle consulenze» afferma.

Poi attacca sui fondi scomparsi della Lega: «vanno restituiti perché sono soldi della collettività» dice a proposito della frode sui 49 milioni del Carroccio. Non basta. Alessandro Di Battista ha anche una sua ricetta per risolvere la questione dei migranti: core business dell’alleato Matteo Salvini. Occorre, dice,
salvare i migranti in pericolo sui barconi che si muovono dalla Libia e portarli a Marsiglia perché «fino a che non si crea un incidente diplomatico con la Francia» il problema degli sbarchi "non si risolve".

La questione, ricorda, è più ampia e la declina mettendo insieme l’esperienza fatta durante i suoi numerosi viaggi, non ultimo quello da cui è recentemente tornato in America Latina.

«Se non affrontiamo il tema della sovranità monetaria in Africa non ne usciamo» dice ricordando che i paesi africani della zona subsahariana «hanno una moneta stampata dalla Francia. Fino a quando non si toglierà questa manetta nei confronti dei popoli africani possiamo parlare di porti aperti e porti chiusi senza risolvere il problema. Se non ci occupiamo delle cause resteremo nemici dell’Africa».

Concede che sia arduo dire che sia nostra responsabilità la sorte dei migranti naufragati a 60 miglia dalla Libia ma non teme di offendere l'alleato quando accusa: «dire di aiutarli a casa loro è un’oscenità».
Per il resto conferma che resterà per la campagna elettorale al fianco di Di Maio, verso cui vede «molti invidiosi» e anche del ministro Toninelli ("è stato massacrato dal sistema mediatico, ma per me c'è la mano dei Benetton") prima di riprendere il suo viaggio alla volta, questa volta, dell’India: un paese che lo interessa per il rapido sviluppo che sta attuando.

«Bollywood è una potenza enorme. Si sono comprati l'Ilva, hanno comprato imprese britanniche: se l’Europa non si unisce - prevede - ci faranno il mazzo..»

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