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Prostituzione, Salvini: "Favorevole a riaprire le case chiuse, ma non è nel contratto"

Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini

«Ero e continuo ad essere favorevole alla riapertura delle case chiuse». Matteo Salvini non cambia idea e torna a riproporre la modifica della legge Merlin, come aveva già fatto a gennaio dell’anno scorso, attirandosi le critiche di cattolici, e ad agosto 2017, quando promise sui social che se fosse andato al governo le avrebbe riaperte.

Ma è lo stesso vicepremier e ministro dell’Interno a sapere che, anche con il governo gialloverde, il suo resterà soltanto un auspicio. Tanto che ai giornalisti precisa: «non aggiungiamo problema a problema, chiudiamo prima quelli aperti prima di riaprire le case chiuse».

Resterà dunque probabilmente solo una proposta di legge quella presentata il 12 febbraio scorso al Senato a firma di Gianfranco Rufa, con la quale si prevede la riapertura delle case chiuse e una riforma della normativa sulla prostituzione. La modifica della Merlin, dice infatti Salvini, «non c'è nel contratto di governo, perché i cinquestelle non la pensano così. Però io continuo a ritenere che togliere alle mafie, alle strade e al degrado questo business, anche dal punto di vista sanitario», sia la strada giusta e «che il modello austriaco sia quello più efficiente».

Già l’anno scorso il ministro aveva espresso il concetto sui social. Il 15 gennaio del 2018 postò su Facebook e Twitter un articolo in cui la moglie di un pensionato aveva fatto scoprire un giro di prostituzione cinese a San Donato Milanese e commentò: «Regolamentare e tassare la prostituzione come nei Paesi civili, riaprendo le 'case chiuse'. Ne sono sempre più convinto».

Il giorno dopo spiegò in radio la sua visione del problema. «Prostituirsi è una scelta - disse - E nel mondo sviluppato non si fa finta di niente. Oggi in Italia questo mercato lo gestisce la criminalità. E riguarda 80 mila persone. In Austria, Svizzera, Germania si mettono le regole, si danno garanzie. È un lavoro come un altro che si fa per scelta ed è sanitariamente tutelato e tassato».

Parole che, allora ed ora, trovano l’opposizione della fondatrice della onlus 'Comitato per i diritti civili delle prostitute' Pia Covre. «Le case chiuse di Salvini sono un sistema di distrazione di massa. Forse è più facile parlare di questo piuttosto che della difficile situazione economica».

Critiche anche dal Pd. «Riaprire le case di prostituzione - sostiene la presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio Valeria Valente - non è dare più libertà e più protezione come dice Salvini. Credo che permettere allo Stato di guadagnare sul corpo delle donne sia lontanissimo dalla libertà: è sfruttamento e abuso. Giù le mani dalla legge Merlin!».

Fa invece un passo avanti la possibilità di istituire un albo delle prostitute, proposto dal consigliere della Regione Veneto Antonio Guadagnini: la quinta commissione ha dato parere favorevole alla sua proposta di legge regionale che disciplina l'esercizio della prostituzione e che prevede, oltre all’albo, l'ergastolo per chi sfrutta la prostituzione minorile e il rispetto di stringenti norme sanitarie.

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