«Siamo sull'orlo di una crisi climatica globale, per scongiurare la quale occorrono misure concordate a livello globale». È il monito lanciato oggi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita nel Bellunese per un omaggio alle vittime del Vajont e per ricordare i danni e le perdite della più recente tempesta 'Vaia' dell’autunno scorso.
Nel suo discorso Mattarella ha ricordato «la sollecitazione sottoscritta, nell’autunno scorso, da alcuni capi di Stato europei», ma anche i risultati «significativi ma parziali e ancora insufficienti» delle conferenze internazionali. Il capo dello Stato ha voluto incentrare il suo discorso sui temi dell’ambiente e dell’impegno per la ricostruzione sostenibile legandoli al futuro delle montagne, quelle «Terre Alte» che ha additato a esempio per l’intera nazione.
«Il territorio del nostro Paese è fragile - ha proseguito - e le conseguenze dell’abbandono dei territori, verificatosi sulle Alpi e sugli Appennini, vengono pagate a caro prezzo anche dagli insediamenti urbani e produttivi in pianura». «Limitarsi a evocare - ha ammonito Mattarella - la straordinarietà di fatti che si affacciano prepotentemente per giustificare noncuranza verso una visione e progetti di più lungo periodo, è un incauto esercizio da sprovveduti».
Per questo «vanno respinte decisamente tentazioni dirette a riproporre soluzioni già ampiamente sperimentate in passato con esito negativo, talvolta premessa per futuri disastri», e in particolare ha citato «Opere di contenimento e regimentazione non suffragate dall’apprendimento delle precedenti esperienze. L'amara e indimenticabile esperienza del Vajont - ha concluso- ce lo insegna ogni momento».
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