Arriverà mercoledì in Consiglio dei Ministri il tanto agognato decreto sblocca cantieri. A confermarlo è stato il premier Giuseppe Conte da Cuneo, dove si è recato col ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, per un sopralluogo sul tracciato dell’autostrada Asti-Cuneo, tuttora incompiuta a 29 anni dall'accordo firmato da Anas e dalla concessionaria Satap per l’avvio dei lavori.
Le divergenze tra i due alleati ancora non sono tutte superate e agli incontri tecnici di queste ore dovrebbe seguire
anche un vertice politico tra domani e mercoledì prima della riunione dell’esecutivo. Il partito di Matteo Salvini vuole un intervento ampio, con un commissario unico che sovrintenda alla ripartenza di tutti i cantieri delle grandi opere e che non tralasci anche l’edilizia privata. «Bisogna sbloccare tutto, no a un intervento minimo», insiste il ministro dell’Interno.
Dalle bozze, ancora oggetto di riflessioni e limature, spunta anche una 'mini-sanatoria' sulle piccole irregolarità sui vecchi edifici (porte e finestre spostate rispetto ai documenti tecnici, piccole difformità), che si fatica a verificare nelle carte delle costruzioni avviate prima del 1977. Una misura che però, secondo fonti parlamentari, non sarebbe gradita in casa M5S perché prefigurerebbe un condono edilizio voluto dalla Lega.
"La Lega è contraria a ogni condono, la notizia è infondata», ribattono fonti leghiste. «Stiamo rivedendo le ultime norme. Ci abbiamo lavorato molto intensamente sia a Roma sia sui cantieri», ha spiegato il Presidente del Consiglio, sottolineando che «siamo qui per risolvere i problemi, tocca a noi assumerci la responsabilità, ci impegniamo a risolverli».
Ma Conte ha anche lanciato un avvertimento ai concessionari. «Noi non solo sblocchiamo i cantieri, ma lo facciamo con un approccio ben diverso rispetto al passato. Nessun regalo ai concessionari, nessuna proroga ad libitum. Quel che è giusto pagare si paga», ha detto. Il testo comunque si preannuncia molto corposo, così come auspicato da Matteo Salvini: «Basta che non sia una roba minima», ha avvisato il vicepremier.
Da Matera è intervenuto sul tema anche l’altro vicepremier, Luigi Di Maio. «Il decreto sblocca cantieri è fondamentale per far ripartire le infrastrutture: deve essere fatto prima possibile. Si tratta di oltre 300 cantieri e 200mila posti di lavoro», ha detto durante il suo tour elettorale nella capitale europea della Cultura.
Nel frattempo in giornata si è svolto un incontro tecnico al Mit con i sindacati che però non ha dato nessun esito. Un incontro «inutile, surreale», lo hanno definito i sindacati. «Ci aspettavamo un testo, lo abbiamo consegnato noi ribadendo le nostre posizioni e priorità. Una trattativa al contrario», ha detto tra gli altri il segretario generale della Fillea-Cgil, Alessandro Genovesi. Per questo Cgil, Cisl e Uil ora chiedono «l'apertura di un tavolo politico» al governo con la presenza dei segretari generali delle confederazioni e delle categorie prima di mercoledì. I sindacati si dicono anche pronti a «continuare la mobilitazione» dopo lo sciopero e la manifestazione nazionale di venerdì 15 marzo a Roma.
E critiche al governo su come sta gestendo il dossier dei cantieri arrivano anche da Assolombarda. «Non posso che ribadire la più energica delusione», ha affermato il presidente Carlo Bonomi. «Non dobbiamo commettere l’errore di concentrarci solo sul giuoco a rimpiattino della Tav Torino-Lione», ha sottolineato, spiegando che «i finanziamenti bloccati nel 2018 hanno riguardato anche il 25% del valore del Terzo Valico, il 66% del valore della Brescia-Verona». I cantieri «sono stati bloccati dalla volontà politica del governo di rimettere in discussione opere ricadenti nei Corridoi infrastrutturali europei», denuncia il Presidente di Assolombarda.
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