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Rifiuti in Sicilia, scontro tra Governo e Regione. Musumeci: "Dal Ministero mille cavilli". Polemica su inceneritori

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci

In Sicilia riesplode la grana rifiuti dopo che il ministero per l’Ambiente ha bocciato il piano della Regione, definendolo «incongruente», «privo di dati» e persino «sgrammaticato» con termini «inventati», come hanno scritto i tecnici del dicastero nella relazione di 40 pagine riferendosi a parole come «occhiutamente», «coevamente» e «ford» per definire la «frazione organica da raccolta differenziata».

Nelle osservazioni i tecnici del ministero sottolineano che «per valutare la sostenibilità del piano» mancano «le informazioni e le analisi tecniche fondamentali». Inoltre «le conclusioni non sono mai supportate da analisi tecniche e la maggior parte dei contenuti riportati risultano inutili a tale scopo». Ma soprattutto «a livello programmatico importanti decisioni sono rimandate a future valutazioni e non si comprende quale sia il percorso per raggiungere alti livelli di raccolta differenziata». E nel piano «non si evince quali siano i volumi autorizzativi degli impianti operativi al 2018 né di quelli previsti».

«Il ministero dell’Ambiente pare intenzionato a non farci risolvere presto il problema dei rifiuti in Sicilia. Invece di agevolare e sostenere la nostra coraggiosa azione, cerca mille cavilli al piano regionale dei rifiuti per allontanare la soluzione e riavvicinare l’emergenza. Replicheremo ai cavilli entro sessanta giorni». Lo dice, in una nota, il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci. «Prendiamo atto che il governo grillino di Roma si è convertito ai termovalorizzatori e ci chiede di realizzarne almeno due. Per noi non è un problema, visto che non abbiamo mai avuto alcun pregiudizio su questo tipo di impianto - aggiunge - Qualcuno però avverta il ministro dell’Ambiente Costa, che invece ha sempre ripetuto di essere contrario agli inceneritori. Questa schizofrenia non agevola la celere soluzione del problema rifiuti nell’isola, ma serve almeno a far capire ai siciliani con chi abbiamo a che fare, alla faccia della leale collaborazione tra istituzioni».

"Ho dato mandato immediato al Capo di Gabinetto e al Segretario generale di aprire un’istruttoria amministrativa interna per conoscere chi abbia violato la mia direttiva politica: mai e poi mai avrei proposto quanto letto nelle deduzioni nell’ambito della Vas del piano regionale rifiuti". Lo dichiara il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. In tale documento tecnico, citando la normativa vigente e la impossibilità, allo stato attuale, da parte della regione Sicilia, di gestire in autosufficienza i rifiuti prodotti, i tecnici del ministero hanno rappresentato la possibilità di costruire nuovi inceneritori, alla luce della mancanza, nel piano rifiuti, di riferimenti specifici di discariche esistenti. "Mai e poi mai - dice Costa - da questo ministero ci sarà un via libera a nuovi inceneritori".

Se la Regione parla di «approfondimenti in corso», il gruppo parlamentare del M5s attacca il governo Musumeci: «Ha fallito». Mentre Legambiente si scaglia contro il ministro Costa: «Vuole almeno due inceneritori in Sicilia». Ma il ministero, in una nota, sottolinea che la relazione «non esprime alcuna autonoma valutazione circa l’opportunità o la necessità di realizzare impianti di incenerimento di rifiuti con recupero energetico».

Per il gruppo parlamentare del M5s all’Ars la bocciatura del piano «è un siluro che segna la fine politica del governo Musumeci». «Il piano è fondamentalmente costruito sul nulla - accusa il deputato regionale Giampiero Trizzino - Nasce da un disegno di legge che si potrebbe abbattere con un semplice emendamento. Manca la previsione dei flussi sulla capacità delle discariche e degli impianti compostaggio; i dati del piano non coincidono con la realtà dell’impiantistica regionale; mancano gli scenari ipotizzati per uscire dall’emergenza; valori della differenziata nei comuni,
dichiarati dal governo, non coincidono con quelli certificati dall’Ispra che è l’unico ente nazionale che può certificare. Insomma una carrellata di omissioni, dimenticanze, imprecisioni e bugie».

«Stiamo approfondendo le consuete osservazioni del ministero pubblicate, avevamo già avuto diverse interlocuzioni con i tecnici romani su alcuni passaggi che comunque non toccano l’impianto del piano», afferma l'assessore all’Energia Alberto Pierobon. Auspica «un pieno confronto istituzionale fra Regione ed enti locali anche per evitare il ricorso indiscriminato a scorciatoie pericolose come quella dei termovalorizzatori», il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando. «È necessario procedere attraverso il metodo del confronto - aggiunge - sulla base delle competenze assegnate ai diversi soggetti istituzionali con l’obiettivo primario di tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente».

 

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