Mercoledì 25 Dicembre 2024

Salvini: "Regolamentare e tassare la prostituzione. Castrazione? Italiani a favore"

Il ministro dell'Interno e vice premier Matteo Salvini

«Fosse per me regolamenterei e regolarizzerei, controllerei e tasserei la prostituzione». Si era espresso così il ministro dell'Interno Matteo Salvini a Forlì, dopo il breve comizio tenuto ieri, in una sala del palazzo comunale a causa della pioggia battente. «I 5 Stelle però su questo non mi sembrano molto d’accordo ma ci lavoreremo» aveva poi aggiunto, ribadendo ancora una volta la non volontà di staccare la spina al governo. Il vicepremier ha rincarato la dose quest'oggi a Montecatini Terme, nel corso di un comizio per sostenere il candidato sindaco del centrodestra Luca Baroncini: «Questa è una città che vive e deve vivere di lavoro e di terme, non di mignotte. Da ministro dell’Interno prometto che manderò più forze di polizia. Ma se drogarsi fa male, far l'amore fa bene, e allora guardiamo come fanno in Austria - ha aggiunto riferendosi al problema della prostituzione - dove ci sono controlli sanitari ma fanno pagare loro le tasse perchè guadagnano bene». «Stiamo ragionando di regolamentare e tassare quello che per molti è un mestiere. Perchè è inutile far finta che non ci sia. Ognuno è libero di passare il tempo con chi vuole e come vuole - ha poi aggiunto - ma almeno lo Stato garantisce un controllo sanitario e al tempo stesso fa pagare le tasse a chi esercita e guadagna uno sproposito di soldi», ha concluso Salvini. Su Twitter invece il ministro è tornato a parlare della castrazione chimica: «Quasi il 60% degli italiani è favorevole alla castrazione chimica per pedofili e stupratori, legge di civiltà in molti Paesi. Oggi e domani la Lega raccoglie le firme nelle piazze di tutta Italia, il Parlamento non potrà più far finta di niente!», ha scritto in un tweet. «Chi mette le mani addosso a una donna o a un bambino merita solo la galera, ma va anche curato per evitare che molesti altre donne e altri bambini. Su questo non ci fermeremo fin quando non sarà legge dello Stato».

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