Circa 200 migranti sono sbarcati nel weekend ed il ministro dell’Interno Matteo Salvini alza la voce ad inizio giornata prendendo di mira la Sea Watch 3 in navigazione verso le coste libiche: «non pensino di aiutare scafisti, imbarcare immigrati e dirigersi verso l’Italia perché verranno fermati, con ogni mezzo lecito consentito». L’avviso, dopo le polemiche con i Cinquestelle sul decreto sicurezza bis, "è rivolto anche ai nostalgici dei 'porti apertì presenti in Parlamento". Intanto, la procura di Agrigento dispone il sequestro probatorio per la Mare Jonio, che venerdì scorso aveva portato a Lampedusa 30 persone soccorse in mare. E nel decreto sicurezza bis spunta un fondo ad hoc per incentivare i rimpatri. La Sea Watch 3, di una ong tedesca, ha ripreso il mare dopo il blocco che le era stato imposto dall’Olanda, Stato di bandiera. «In queste ore è l’unica nave civile di soccorso in un Mediterraneo Centrale che grida aiuto», dice la ong, lamentando che negli ultimi giorni, oltre al naufragio con 70 morti, «sono almeno 240 le persone ricondotte forzatamente in Libia, anche attraverso l’impiego di velivoli militari delle missioni Ue». Il viaggio della nave umanitaria non è stato ovviamente gradito da Salvini, che ha tuonato: «se accogliesse immigrati in acque libiche o maltesi e volesse venire in Italia, la bloccheremmo con tutte le modalità legali che abbiamo a disposizione». Intanto, è bloccata a Lampedusa la Mare Jonio. Il sequestro preventivo deciso dalla Guardia di finanza non è stato convalidato dalla procura agrigentina che ha però ordinato quello probatorio: saranno avviati accertamenti per stabilire se il comandante della Mare Jonio - iscritto nel registro degli indagati - abbia commesso il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina soccorrendo i migranti. Nel decreto di sequestro la Guardia di Finanza imputava alla ong di non aver contattato le autorità libiche prima del salvataggio. Mediterranea giudica «importante» la decisione della procura, perchè «la Guardia di Finanza su input del Viminale intendeva usare il 'preventivò per bloccare la Mare Jonio ed impedirgli definitivamente di reiterare il reato», mentre la scelta dei pm "è orientata dalla necessità di accertare i fatti e dunque di verificare attraverso un’indagine se vi sia o meno un reato». Il ministro dell’Interno punta sul decreto sicurezza bis per risolvere in modo definitivo il «problema» delle ong in mare. Anche con l’articolo 1 che punisce con multe da 3.500 a 5.500 euro per ogni persona salvata chi soccorre in mare senza rispettare le norme. Ma il Viminale parla di «fake news». "Nessuna multa a chi salva», puntualizza il ministero. Nel decreto «è prevista la sanzione per chi, nello svolgimento di operazioni di soccorso in acque internazionali, 'non rispetta gli obblighi previsti dalle Convenzioni internazionali». E nel provvedimento Salvini intende inserire anche un fondo ad hoc presso la Farnesina con l’obiettivo di «dare incentivi ai Paesi che si dimostrano particolarmente collaborativi nel settore del rimpatrio dei clandestini».