Mai come in queste elezioni la Sicilia dispensa sorrisi e pacche sulle spalle a partiti e movimenti che si sono affrontati in uno scontro sul filo del rasoio.
Numeri alla mano - si legge sulla Gazzetta del Sud in edicola - il leader regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè sfugge all’assedio dei suoi rivali e vince la sfida interna.
Lo zoccolo duro del partito resiste all’assalto e trascina a Bruxelles Giuseppe Milazzo (l’eletto Berlusconi opterà per un altro collegio), il capogruppo all'Ars. Il duello con Saverio Romano aveva configurato una sorta di referendum su Miccichè, il quale aveva messo in gioco il suo scettro.
In cima alla lista nera di Micciché ora c'è il vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, che in campagna elettorale si è schierato con un improbabile Salvatore Cuci, il candidato sardo sponsorizzato da Antonio Tajani. Miccichè, a pochi giorni dal voto, aveva già notificato il decreto di espulsione dalla giunta regionale «all'ex assessore Armao». Ora si tratta di ottenere il via libera da Musumeci. Ma qui si apre una partita più articolata, visto che nelle prossime settimane il governatore dovrà rimescolare le carte della sua giunta, ormai prossima a una radicale revisione.
Le urne rianimano il Pd di Zingaretti che invia a Bruxelles due deputati siciliani (Bartolo e Chinnici), conquista il terzo posto nel collegio dopo Cinquestelle e Lega, si allinea alla percentuale di Forza Italia in Sicilia e apre un varco di luce nel buio.
Ma anche in questo caso dietro l'angolo si prepara la resa dei conti nel Pd. Nel mirino il segretario regionale, Davide Faraone, eletto sulla scia di un percorso considerato «illegittimo» dalla corrente siciliana di Zingaretti.
Sul fronte dei Cinquestelle il voto consente di arginare l’emorragia e mantenere il ruolo di motrice in Sicilia. In uno scenario segnato da una ferita profonda subita dal movimento, la resistenza nell’Isola è un valore prezioso.
Sulla scena politica siciliana Fratelli d'Italia si conquista uno spazio da protagonista. Il partito allarga la base del consenso, elegge Giorgia Meloni, anche se a Bruxelles potrebbe volare l'ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli.
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