L’ex deputato siciliano, già capogruppo del Pdl all’Assemblea regionale, Innocenzo Leontini, è stato assolto in secondo grado dall’accusa di peculato, legata alla vicenda delle cosiddette spese pazze.
In primo grado il politico era stato condannato a due anni dal gup, Riccardo Ricciardi, in un giudizio svolto col rito abbreviato. Imputato assieme a lui era stato anche l’attuale sindaco di Messina, Cateno De Luca, la cui posizione nel processo è stata successivamente stralciata. La sentenza è della prima sezione della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Maria Elena Gamberini, a latere Mario Conte e la relatrice Luisa Anna Cattina.
Il giudizio si riferisce a una serie di acquisti effettuati con i fondi pubblici destinati ai gruppi parlamentari rappresentati a Palazzo dei Normanni. Tra le spese contestate a Leontini, anche quella per una multa legata a un eccesso di velocità.
I suoi legali hanno dimostrato in secondo grado che le spese erano state rendicontate ed erano "istituzionali": per questo erano da considerare regolari. Oltre al processo contro l’ex deputato regionale, che si è svolto col rito abbreviato, è in corso anche un giudizio ordinario contro altri sette ex capigruppo della legislatura che si concluse nel 2012.
Rispondono di acquisti ritenuti ingiustificabili e che non potevano essere rimborsati, secondo la Procura del capoluogo siciliano e la Guardia di Finanza: bottiglie di vino, cravatte di Louis Vuitton, acquisti al supermercato e in farmacia, barbecue e candele di citronella, pasta fresca, fumetti di Diabolik, ma anche due Audi A6.
L’ipotesi dell’accusa è quella di peculato aggravato e viene contestata a Giulia Adamo, già presidente del Gruppo misto, del gruppo Sicilia e deputato dell’Udc; Giambattista Bufardeci, ex capogruppo di Grande Sud; Nunzio Cappadona (Movimento popolare siciliano e poi deputato del Gruppo misto); Cataldo Fiorenza, pure lui presidente del «misto"; Rudy Maira (Udc e poi Pid); Livio Marrocco (Futuro e libertà), Salvo Pogliese, vicepresidente del gruppo dei deputati del Pdl e oggi sindaco di Catania. Un altro attuale sindaco, Cateno De Luca, era a giudizio in abbreviato (con Leontini) ed era stato assolto dal gup, e in Appello la sua posizione è stata stralciata.
L’inchiesta sulle cosiddette spese pazze dell’Ars ha visto una serie di archiviazioni, anche su richiesta degli stessi pm, ma pure proscioglimenti in udienza preliminare. Erano usciti ad esempio dal possibile processo ordinario Francesco Musotto, Marianna Caronia, Nicola D’Agostino e Paolo Ruggirello. La linea tenuta dai vari giudici che si sono occupati della vicenda è quella di scagionare nei casi in cui ci fosse la rendicontazione delle spese sostenute, mentre i processi sono stati celebrati per gli episodi in cui le spese erano prive di qualsiasi riscontro e delle pezze d’appoggio.
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