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Strasburgo ammonisce l'Italia: "Aprire i porti". Ma Salvini dice no

Il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini

Ancora un botta e risposta tra Strasburgo e Roma sui migranti, mentre sulla vicenda della 'Sea Watch 3' la procura di Agrigento avvia una nuova inchiesta. La necessità di aprire i porti italiani, la collaborazione dell’Italia con la Libia, la politica nazionale nei confronti delle Ong che ripescano migranti dal Mediterraneo, sono stati gli argomenti affrontati oggi dalla commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic.

La quale si è detta anche «seriamente preoccupata per gli effetti che potrebbero avere parti del decreto sicurezza bis». La replica del ministro dell’Interno Matteo Salvini non si è fatta attendere. Alla richiesta di «indicare tempestivamente alla Sea Watch 3 un porto sicuro da raggiungere rapidamente»giunta da Strasburgo, Salvini ha risposto con un secco 'no'.

«In Italia per quello che mi riguarda e col mio permesso non arriva nessuno, né barchini né barconi», ha tagliato corto il ministro. «Possono mandare i caschi blu dell’Onu, gli ispettori del Consiglio d’Europa, il commissario Basettoni, Pippo, Pluto e i Fantastici 4», ha poi aggiunto sottolineando che la situazione non cambierà comunque. «Barchini e barconi non arrivano».

Mijatovic ha criticato l’Italia e l’Ue anche per i rapporti instaurati con la Libia, che lei definisce «non sicura, un Paese in cui i migranti salvati in mare non dovrebbero mai essere fatti sbarcare». Per Salvini «stiamo collaborando con la guarda costiera libica a cui forniamo uomini e mezzi e in alcune strutture del Paese ci sono inviati dell’Onu e delle associazioni umanitarie».

La commissaria ha poi raccomandato di «sospendere» le collaborazioni avviate dai Paesi Ue con Tripoli e la sua guardia costiera alla luce della «gravità delle violazioni dei diritti umani» che rifugiati, richiedenti asilo e migranti, compresi quelli intercettati in mare, subiscono in Libia. Questo almeno «finché non sarà dimostrato pubblicamente che i diritti umani delle persone riportate sulle coste libiche sono rispettati».

Ma nel documento presentato oggi sulla protezione di rifugiati e migranti nel Mediterraneo la commissaria ha formulato ben altre altre 34 raccomandazioni. Con l’obiettivo di elencare le azioni che i Paesi devono intraprendere per rispettare nel Mediterraneo il giusto equilibrio tra «il diritto a controllare i confini e garantire la sicurezza sul territorio e il dovere di proteggere efficacemente i diritti di migranti e rifugiati».

La commissaria ha anche chiesto a tutti gli Stati di cooperare con le Ong che conducono operazioni di ricerca e salvataggio. Pure su questo però Salvini ha confermato la sua posizione. «Le Ong sono al di fuori della legge» e la «Sea Watch, che è da giorni a zonzo nel Mediterraneo, sarebbe già arrivata in Olanda. In Italia si arriva se si ha il permesso di arrivare rispettando le leggi, i regolamenti e le convenzioni internazionali».

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