«Stanotte è stato criminale il comportamento della comandante della nave pirata che ha tentato di schiacciare contro la banchina del porto di Lampedusa una motovedetta della Guardia di Finanza, con l’equipaggio a bordo, mettendo a rischio la vita degli agenti. Delinquenti! Io sto con le Forze dell’Ordine, io sto con la Legge, io sto con l'Italia». Sono le parole di Metteo Salvini in merito alla vicenda della Sea watch e all'episodio avvenuto nella notte in cui si è verificato il rischio di collisione tra la nave olandese della ong e una motovedetta della Guardia di Finanza nel porto di Lampedusa. «E' incredibile che alcuni parlamentari italiani erano a bordo di una nave privata straniera che infrange le leggi italiane e che stanotte ha messo a rischio la vita di uomini delle forze dell’ordine italiane - ha aggiunto Salvini -. Se fossi in loro e nei loro elettori mi vergognerei». E ancora: «Abbiamo avuto ampie rassicurazioni che tutti gli immigrati che erano a bordo della Sea Watch siano distribuiti in cinque Paesi, che ringrazio. Brilla per la sua assenza e il suo vergognoso menefreghismo il governo olandese, che ha dato una bandiera a una nave fuorilegge fregandosene di quello che l’equipaggio di questa nave è andato a fare in giro per il Mediterraneo». Sulla vicenda, arriva immediata la reazione del premier Giuseppe Conte che ieri aveva ribadito che il caso "Sea Watch" non è più politico, ma in mano alla magistratura. «Sono stato un buon profeta. Non perchè avessi avuto una soffiata ma semplicemente perchè da giurista, e avendo contezza della violazione compiuta, prefiguravo delle responsabilità penali. Adesso spetta alla magistratura applicare le nostre leggi. Ci sono, che piacciano o non piacciano. Io sono responsabile del governo, a me spetta la responsabilità di far applicare le leggi», ha sottolineato il premier. «L'autorità giudiziaria farà il suo corso e stabiliranno i giudici se la capitana ha davvero commesso un reato», ha detto Graziano Delrio ai microfoni di RaiNews 24 da Lampedusa. «In caso di stato di necessità si possono anche violare le leggi - ha aggiunto -. Il capitano è responsabile dell’incolumità di tutte le persone che sono a bordo, va rispettata la sua scelta, come il percorso che farà la giustizia». E con un tweet il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha dichiarato: «Nell’Italia devastata da corruzioni e mafie, dove le deviazioni istituzionali sono sistema, ora arrestano Carola, comandante coraggiosa della Sea Watch, per il reato di umanità. E’ un dovere salvare vite umane in mare, è un reato farle morire. In Italia è il rovescio!». Immediata anche la reazione di Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, che, in un post su Facebook, ha scritto: «Non c'è nessun vincitore nella vicenda Sea Watch. Perdono tutti a Lampedusa: un’Europa miope ed egoista, lo Stato italiano costretto a contestare la "resistenza a una nave da guerra", i migranti, la sinistra che non distingue il senso di umanità dal senso del giusto». «Perde - aggiunge - Carola Rackete che viola deliberatamente le leggi e sfida l’autorità di uno Stato con un atto di disobbedienza "incivile", perde il governo olandese che alza la voce se ad essere infrante sono le sue di regole. Perde l’Italia, che sull'immigrazione non è stata capace di far sentire la voce ed imporre una linea che risparmia la dignità di 40 persone e ristabilisce ordine ed equa redistribuzione dei migranti in Europa». «Un anno fa - conclude Mulè - al termine del Consiglio europeo il premier Conte affermava: "L'Italia non è più sola in tema di immigrazione"... sipario». Intanto, il prefetto di Agrigento, Dario Caputo, ha dichiarato: «Attendo la relata di notifica del provvedimento della Guardia di finanza. Il decreto Sicurezza bis prevede una sanzione da 10 mila euro a 50 mila euro sia per il comandante della nave che per il proprietario e l’armatore. Valuterò non appena avrò il provvedimento. Sono sulla linea d’azione del decreto Sicurezza bis e del Viminale. E’ una situazione molto delicata perché adesso, si è sovrapposta anche l’inchiesta penale». E dal fondatore di Emergency, Gino Strada, arriva la «completa e totale solidarietà alla nave Sea Watch» nel corso dell’iniziativa promossa in un teatro milanese per festeggiare i 25 anni dell’associazione umanitaria. «La disobbedienza civile è da perseguire di fronte a queste istituzioni che si comportano in modo che non potrei altro che definire fascista - ha detto -. Noi ci impegneremo per cercare di risolvere con la pressione di massa questo problema drammatico, perché oggi sul banco degli imputati c'è chi vuole aiutare». «Grazie Carola per aver messo il tuo corpo in questa battaglia di civiltà». Lo scrive sui social Roberto Saviano, solidale con la capitana della Sea Watch, a corredo di una foto del momento dell’arresto. «Carola, hai obbedito alla legge degli Uomini - scrive ancora Saviano - gli stessi Uomini che più di 70 anni fa seppero scacciare nel buco nero della storia quelli che oggi rialzano la testa».