Contribuire al reinserimento lavorativo e sociale dei testimoni di giustizia e degli altri soggetti protetti dando loro l’aiuto necessario per mettersi in proprio o per riconvertire e rilanciare le imprese che hanno subito o possono subire un danno per le dichiarazioni rese o per l’applicazione delle misure di tutela speciali.
E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa tra il ministero dell’Interno e Invitalia firmato oggi a Palazzo San Macuto. In particolare, attraverso i «referenti dei testimoni di giustizia» nominati dal ministero, Invitalia avrà il compito di tradurre l’idea imprenditoriale in un progetto concreto d’impresa, esaminare le condizioni necessarie alla realizzazione dell’impresa e individuare gli ambiti territoriali e commerciali, gli aspetti procedurali e le possibili risorse finanziarie attivabili, fornire ogni forma di consulenza e assistenza, mantenendo assoluta riservatezza e razionalizzandone i vari step per snellirne le procedure, verificare la possibilità di ripresa, sviluppo e/o di riconversione delle attività già poste in essere dai soggetti tutelati e abbandonate a causa dell’ingresso nel programma di protezione.
Invitalia quindi, si legge in una nota, guiderà e accompagnerà i soggetti protetti nella scelta e nella fruizione degli incentivi gestiti dall’Agenzia indirizzando le risorse finanziarie gestite dalla Commissione centrale di protezione e altre possibili fonti di copertura. Inoltre, sosterrà piani di startup d’impresa o di riconversione e rilancio di imprese esistenti, fornendo i servizi reali di accompagnamento necessari. A questo scopo potrà attivare anche 'partnership di progettò con soggetti esterni (ad esempio con imprese tutor).
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