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Sanità, addio ai commissari per le Regioni con i conti in rosso

Il nuovo Patto per la salute potrebbe contenere novità importanti per la Calabria. Le Regioni con i conti in rosso non vedranno infatti più i commissari. Le figure individuate dal governo per guidare Aziende sanitarie e ospedaliere zavorrate da debiti e difficoltà gestionali dovrebbero finiranno in soffitta.

Al loro posto - lo racconta un'anticipazione del Sole 24 ore Sanità -, compariranno “mini-commissari” per intervenire su singole criticità – dalle liste d'attesa al territorio – e un possibile affiancamento da parte delle regioni virtuose per conti e performance.

Nel nuovo Patto Salute che faticosamente Governo e Regioni stanno provando a chiudere entro l'estate c'è un punto fermo: l'addio al vecchio modello del commissariamento, avviato dodici anni fa per rimettere sui binari una sanità dissestata.

Sei i miliardi di euro di disavanzo l'anno per un sistema che nel 2006 aveva accumulato 10 miliardi di debiti fuori bilancio. Un “buco” imputabile a dieci regioni finite nel mirino. Oggi - dopo l'uscita dal piano di rientro di Liguria, Sardegna e Piemonte - le Regioni “canaglia” sono Lazio, Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia.

E di queste le quattro più critiche – Lazio, Campania, Calabria e Molise – sono ancora sotto commissario: terapia d'urto fatta di taglio di ospedali, riduzione del personale, massima razionalizzazione e magari ricorso a maxi addizionali.

«Siamo d'accordo con le Regioni, non ha più senso un commissariamento generale – si legge in dichiarazione del sottosegretario alla Salute Luca Coletto riportata sempre dal Sole 24 ore Sanità -. E anche l'affiancamento con la Regione virtuosa è un'altra opportunità: se c'è la necessità di intervenire può essere un'alternativa all'intervento mirato. Incentivi? Sicuramente vanno previsti. Alla Regione che si affianca va riconosciuto e non necessariamente deve essere finanziario».

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