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Crisi di governo, Di Maio: Salvini faccia dimettere i suoi ministri. La replica: pronto a tutto

Luigi Di Maio e Matteo Salvini

È ormai sfida all’Ok Corral fra i due 'ex' alleati di Governo. Il Movimento 5 Stelle attacca la Lega che «pugnala alle spalle il Paese» e tradisce il contratto di Governo, ma chiude anche al Governo di scopo proposto da Matteo Renzi: «nessuno», dice Di Maio, vuole «sedersi al tavolo» con l’ex premier del Pd.

Contro Salvini e Renzi scende i campo «l'elevato» Beppe Grillo e lancia le sue bordate: «Lo sceriffo è in fuga dalla città, attraversa a gran velocità gli stati del sud accolto da un oceano di fischi. 'Ma come scappi dal tuo dovere cercando rifugio qui... per chi ci hai preso sceriffo?'. Molti hanno addirittura disseppellito il vaffanculo in Sicilia, così, senza passare dal suo ufficio, è in corsa a chiedere mezzi all’ex cavaliere disarcionato (del porco non si butta via niente).

«Intanto - scrive il cofondatore di M5s - volano degli avvoltoi di nuova generazione: gli avvoltoi persuasori. È una nuova specie di sciacallaggio: invece di aspettare la fine cercano di convincerti che è già avvenuta. Non sono elevati, non volano neppure. In realtà strisciano veloci fra gli scranni: ma è soltanto un’illusione, nient'altro che un’illusione dovuta alla calura. Quando queste defezioni e quelle allucinazioni saranno passate basta farsi trovare uniti e parlare unicamente con gente elevata e non in caduta libera», attacca.

A Grillo, replica, a stretto giro di posta, lo stesso Renzi: «Un onore essere insultato da lui. Ma si fa politica per il bene comune, non per 'ripicca personale'», scrive, infatti, sui social l’ex segretario Dem. Nel frattempo Di Maio, capo politico del Movimento, ha riunito i suoi. Ai parlamentari si rivolge, nel corso dell’incontro durato oltre tre ore, e, riprendendo una nota espressione di Renzi, spiega: «Salvini agli italiani ha detto 'state sereni'. Pagherà un caro prezzo per come ha tradito il Paese».

E ancora: «Si fa chiamare capitano ma ha abbandonato la nave nel momento del coraggio». Quindi, invita: «La Lega faccia dimettere tutti i suoi ministri da questo Governo, dovrebbero votare contro se stessi. Noi saremo al fianco di Giuseppe Conte», ribadisce. Poi l’affondo: «Ora per colpa della Lega si rischia un aumento dell’Iva».

Uno dei motivi della crisi , dice, «è la Flat tax: la Lega ha preso in giro gli italiani ma non sapeva come farla e ha fatto cadere il governo anche per questo. Non aveva un piano ed è scappata davanti alle responsabilità. Stavamo ancora aspettando le coperture che non sono mai arrivate».

Toninelli «stava preparando un decreto legge che puntava a revocare la concessione ad Autostrade dopo il crollo del ponte Morandi. Stavamo par riformare la prescrizione è questo lo ha mandato in panico», prosegue a proposito di Salvini. Di Maio, che poi su Facebook paventa il rischio «assurdo dell’esercizio provvisorio, per il Paese, ribadisce che obiettivo di M5s è il taglio del numero dei parlamentari e non manca di esprimere fiducia nel presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’unico che può decidere «come e quando» si andrà al voto, perchè queste sono sue prerogative.

L’atmosfera che si registra fra i pentastellati è la stessa: Matteo Salvini è un «traditore» del Paese sarebbe stato il concetto espresso durante la riunione dei parlamentari. E sulle aperture di una parte del Pd per un governo di scopo, la risposta èscettica: «ma con chi può parlare il Movimento? Renzi chi è? E’ il Pd? E, in ogni caso, con i Dem, al Senato non vi sarebbe una maggioranza». «Renzi chi?», rincara la dose un senatore.

E gli fa eco un altro esponente M5s: «noi non facciamo alleanza con nessuno e nessuno ci ha cercato, non abbiamo aperto a niente, siamo forti di aver fatto quello che dovevamo fare». Intanto, nella ex maggioranza, c'è chi sottolinea che Matteo Salvini, leader della Lega, avrebbe contattato i maggiorenti di Forza Italia per convincerli a seguire la sua strada, con la prospettiva dell’attuale presidente del Senato, Elisabetta Casellati, alla guida del ministero della Giustizia e la capogruppo azzurra a Palazzo Madama, Anna Maria Bernini, alle telecomunicazioni.

Ma Salvini non ci sta e al termine dell'assemblea della Lega il ministro dell'Interno replica agli ormai ex alleati e si dice pronto ad ogni evenienza: «Non siamo attaccati alle poltrone, lo vedrete presto...», ha affermato. E a chi gli chiede  se sia intenzionato a ritirare la delegazione della Lega nel governo risponde: «Io sono pronto a tutto. Mi affido alla saggezza del presidente della Repubblica: è evidente che non c'è un’altra maggioranza».

Il mondo «del lavoro, dei sindaci, dell’Italia che produce chiede di fare in fretta quindi l’unica cosa che l’Italia non si può permettere è perdere tempo. Chiunque la tiri in lungo è perchè ha paura di perdere la poltrona. Direi che Renzi ne è l’immagine più evidente. Chi ha paura delle elezioni è perchè evidentemente ha lavorato male e teme di non tornare in Parlamento».

«Noi chiediamo che si voti il prima possibile - preosegue il leader della Lega -. E poi saranno gli italiani a scegliere un governo che per cinque anni governa e fa. Perchè negli ultimi mesi fra no, litigi, insulti e blocchi... E il no alla Tav, alla giustizia, alle Olimpiadi, all’autonomia, alle riforme: l’Italia non può permettersi 'no'».

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