Le prove di una nuova maggioranza con l'"inciucio" Pd-M5S, il tentativo in extremis di offrire ai Cinque Stelle l'appoggio sul taglio dei parlamentari per poi andare subito al voto, e soprattutto la volontà di rivedere il reddito di cittadinanza. Questi i temi principali affrontati dal leader leghista Matteo Salvini, in un'intervista al Corriere della Sera.
Se la Lega vincesse le elezioni e creasse un governo sarebbe "con Giancarlo Giorgetti ministro dell'Economia. Questo è quello che voglio e per cui lavoro - dice Salvini -. A differenza di quello che dicono Renzi e Di Maio, con il nostro governo non è in discussione quota 100 e non si toglieranno gli 80 euro. Semmai, sarà doveroso verificare il reddito di cittadinanza. Ci arrivano centinaia di segnalazioni, molte delle quali a me personalmente, da parte di imprenditori che quest'anno non riescono ad assumere i lavoratori che avevano l'anno scorso".
Per Salvini, infatti, "fanno fatica i ristoranti, fanno fatica in agricoltura, fanno fatica in moltissimi... Per carità, noi il reddito di cittadinanza lo abbiamo votato e speriamo che crei lavoro. Ma se lo toglie, bisognerà studiarlo". Poi, dice di aver sentito Berlusconi solo al telefono e riguardo alla possibilità di correre insieme alle politiche spiega: "Io ho lanciato l'Italia del sì senza preclusioni, ma questo non vuole dire che già ci siano accordi o altro. Tra l'altro, le vecchie etichette sono del tutto superate". Dice che di "listini o listoni" non si è parlato e che "nessuno vuole inglobare nessuno".
Le opposizioni "in qualunque parte del mondo hanno fretta di votare. Il Pd, invece, ha bisogno di tempo per inciuciare", continua Salvini. E aggiunge: "La nostra priorità è sventare l'inciucio, con quale formula e quale squadra ci ragioniamo". Poi, sulle contestazioni ricevute in Calabria, Catania e online - conclude - "la critica ci sta, in piazza e sul web. Ma il mio discorso in Aula ha fatto 40 mila visualizzazioni contemporanee. Chi può dire altrettanto?".
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