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Di Maio avverte Conte: "No a nuove tasse". Il premier: "Carcere per gli evasori"

Stop alla 'tassa sulle merendine'. E, più in generale, a nuove tasse. Alla vigilia della settimana decisiva per il Def arriva il netto ultimatum di Luigi Di Maio in chiave fisco. «Fermi tutti. È totalmente sbagliato scatenare un dibattito su nuovi balzelli», sottolinea il leader M5S rivolgendosi idealmente al premier Giuseppe Conte proprio mentre il capo del governo, dal palco della festa della Cgil si Lecce, si sofferma a lungo sulla manovra.

Non citando nuove tasse ma sottolineando la necessità di una profonda riforma del fisco e lanciando il progetto di «pene detentive per i grandi evasori». Giovedì, in Cdm, il governo sarà con ogni probabilità chiamato a chiudere sui numeri prima di inviare all’Ue la Nota di aggiornamento del Def. Def nel quale Di Maio, nel suo post, pretende ci sia anche il salario minimo, misura bandiera del M5S.

Nel Movimento, comunque, si spiega che l’ultimatum di Di Maio non è un attacco diretto a Conte. Anzi, premier e ministro degli Esteri sono partiti assieme, dopo pranzo, alla volta dell’assemblea generale dell’Onu di New York: nove ore di volo in cui Conte e Di Maio avranno modo di chiarire alcuni dei nodi del governo dopo settimane «freddine» nel rapporto tra i due.

A lanciare la tassa sulle merendine e quella sui biglietti aerei, in realtà, è stato il ministro M5S Lorenzo Fioramonti e, secondo buona parte del Movimento, si è trattato di un salto eccessivo in avanti. Anche perché, se nei 5 Stelle lo stop alla tassa sulle merendine è totale, sono fortissime le perplessità anche sulla cosiddetta «aviation tax».

«Bisogna piuttosto creare dei disincentivi e degli incentivi che orientino il sistema verso il Green New Deal», spiega un esponente M5S del governo bocciando, di fatto, la proposta Fioramonti. Proposta sulla quale l’opposizione è già in trincea. «Il governo abusivo litiga anche oggi su nuove tasse, tagli e poltrone. Presidente Mattarella, non sarebbe più giusto andare a votare?», attacca Matteo Salvini mentre Antonio Tajani di FI incalza: «Lo avevamo detto che questo governo avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani, ora aspettiamoci una patrimoniale».

Sulla necessità della svolta green del ciclo produttivo, invece, Pd, M5S e Italia Viva sono in pieno accordo. «Un grande piano di investimenti verdi sul modello tedesco, ma senza alzare le tasse», sottolinea Matteo Renzi mentre Conte conferma incentivi per le aziende che orienteranno la produzione verso un atteggiamento di maggior rispetto per cambiamenti climatici, biodiversità, economia circolare.

Subito dopo aver varato la Nadef, il governo potrebbe accelerare sul dl clima. Prima, però, c'è da fra quadrare i numeri. Per il governo sarà una settimana di riunioni: prima al Mef; poi, con il ritorno di Conte dagli Usa, probabilmente anche a Palazzo Chigi. Il premier, alla Cgil, conferma la volontà di varare un piano industriale per l’Italia, di rilanciare il Sud e perfezionare il reddito di cittadinanza per evitare il mero assistenzialismo. E Conte si dice «favorevole a pene detentive per i grandi evasori».

«Giudico il sistema fiscale iniquo e inefficiente. Dobbiamo arrivare a una disciplina organica che crei una vera alleanza tra il cittadino onesto e il fisco», sottolinea il premier. «Con la lotta ai grandi evasori si riducono le tasse», assicura il viceministro al Mef Laura Castelli. Possibile, spiegano dal governo, che una parte della riforma vada già in un decreto fiscale allegato alla manovra. E i giallo-rossi contano di recuperare risorse dall’evasione già in questa legge di bilancio: il rientro dei capitali potrebbe essere stato sottostimato.

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