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Di Maio presenta il decreto sui migranti: "Quattro mesi per i rimpatri"

«È stato un lavoro di squadra: ringrazio il ministro Bonafede, il presidente Conte e la ministra Lamorgese perchè noi stamattina firmiamo il decreto ministeriale che ci permette di portare le misure per stabilire se un migrante può stare in Italia da due anni a 4 mesi».

Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in conferenza stampa alla Farnesina presentando il decreto sui migranti: «Un decreto che non urla ma fa i fatti», ha aggiunto il leader del Movimento 5 Stelle.

Si tratta solo del «primo step del nostro piano per i rimpatri sicuri», ha aggiunto ribadendo che la misura «porterà da due anni a quattro mesi i rimpatri verso una serie di Paesi».

«Anche negli ultimi quattordici mesi è stato tutto fermo sui rimpatri, siamo ancora all’anno zero - dice Di Maio -. Non credo che la redistribuzione sia la soluzione definitiva» ma «lo step importante è fermare le partenze».

I Paesi inseriti nel nuovo decreto interministeriale che prevede di accorciare i tempi per i rimpatri dei migranti sono Algeria, Marocco, Tunisia, Albania, Bosnia, Capo Verde, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Senegal, Serbia e Ucraina.

«Il fondo rimpatri, che può arrivare fino a 50 milioni di euro, non è il fondo che ci serve per pagare le spese di rimpatrio ma il fondo che ci permette di implementare gli accordi attraverso i progetti di cooperazione allo sviluppo», dice Di Maio precisando che «oggi il fondo dispone di cifre irrisorie, 2-4 milioni di euro, ma può arrivare fino a 50 milioni».

Alla domanda se il nuovo decreto tra le conseguenze anche la cancellazione del decreto sicurezza bis, il ministro risponde: «Non c'è nessuna volontà di mettere in contrapposizione questo decreto ad altri provvedimenti. Per quanto riguarda quelle normative c'erano osservazioni del presidente della Repubblica che andranno recepite ma non riguardano questo genere di decreti».

«Con questo decreto, avendo un elenco di Paesi sicuri, si permette di dimezzare tutta la procedura della protezione internazionale - ha aggiunto il ministro della
Giustizia Alfonso Bonafede -. I magistrati fanno già un lavoro importantissimo riescono a smaltire tantissime di queste domande e voglio ringraziarli pubblicamente».

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