Tra ritardi burocratici e "distrazioni", la Sicilia rischia la quinta procedura d'infrazione dell'Unione europea per la mancata depurazione delle acque in 50 Comuni, che si aggiungono ai 243 dove non sono stati fatti i lavori e per i quali l'Europa ha già sanzionato l'isola. Lo scrive il Giornale di Sicilia, che intervista il commissario nominato per rimediare ai ritardi, Enrico Rolle, il cui ruolo "non prevede - spiega - il potere di ordinanza che permetterebbe di imporre tempi certi alle amministrazioni che devono collaborare con la struttura commissariale. E così spesso per una valutazione di impatto ambientale passa un tempo enorme".
Oltre alla burocrazia lenta, si è anche verificato un errore materiale nell'opera di consolidamento di un costone (propedeutica alla costruzione del depuratore a Castellammare del Golfo, nel Trapanese): è stata messa in sicurezza la parte sbagliata, lasciando intatta quella a rischio. Due delle quattro procedure d'infrazione si sono già concluse con una multa di circa 15 milioni. Una terza è in corso. Sulla quarta il commissario per la depurazione nominato dal governo nazionale sta lavorando per evitare che arrivi la batosta.
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