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Le Sardine guardano alle regionali in Calabria, ma niente liste

Mattia Santori, il leader delle Sardine

Primo obbiettivo non fermarsi e tornare nelle piazze ovunque, sul territorio. L'altro traguardo è superare il 25% dei consensi fra gli italiani. Dopo aver invaso le grandi città, le Sardine, riunite per la prima volta a Roma in assemblea, promettono battaglia nei territori: dalle periferie ai piccoli centri.

"Particolare attenzione" sarà dedicata alla Calabria e all'Emilia Romagna, dove tramonta l'ipotesi di una lista separata, in vista delle prossime elezioni. "Negli ultimi 30 giorni - si legge in un lungo post su Fb - le sardine hanno scatenato una straordinaria energia, occorrerà molta pazienza per dare anche un'identità politica a questo fenomeno".

Insomma, ancora movimento, il partito può attendere. All'indomani della conquista di piazza San Giovanni, luogo simbolo della sinistra politica e sindacale italiana, le Sardine ottengono comunque un primo risultato, seppure parziale: l'impegno del premier Conte a rivedere il decreto sicurezza.

"La richiesta delle Sardine sui decreti sicurezza - sottolinea il premier dopo il concerto di Natale al Senato - le abbiamo già ascoltate. Tra i punti del programma di governo c'era l'impegno a raccogliere le raccomandazioni del presidente Mattarella per ritornare a quella che era la versione originale del secondo decreto per come era uscita dal Consiglio dei ministri".

Così oltre 150 animatori delle manifestazioni locali di queste settimane si sono date appuntamento in un palazzo occupato (lo SpinTime Labs, lo stesso dove l'elemosiniere del Papa riattaccò la luce la scorsa primavera), per fare il punto su come andare avanti.

Una riunione a porte chiuse, durata oltre 4 ore, convocata per avere un primo contatto fisico tra persone in carne e ossa che sinora si sono parlate solo sui social. E' stata anche l'occasione per dar vita a tavoli tematici, fare un primo bilancio di cosa si può migliorare nella convocazione delle piazze. Al momento niente che possa far pensare a un passaggio dal movimento spontaneo a qualcosa di più organizzato, lista o partito.

Prima che parlasse il leader Mattia Santori, è una sardina pugliese, Grazia De Sario, a escludere ogni esordio elettorale: "Non faremo un partito, non ci saranno candidature e non ci saranno liste civiche in Emilia Romagna. Appoggeremo le liste di sinistra", taglia corto circondata dalle troupe tv.

Poco più tardi, ai microfoni di "Mezz'ora di più", anche se in modo meno esplicito, anche Santori allontana l'ipotesi di una loro discesa in campo: "Puntiamo a trovare un dialogo con la politica, non siamo ancora pronti a trovare né i punti del dialogo né un interlocutore del dialogo".

Per ora, quindi, scrivono su Facebook, si vuole "continuare a presentare un'alternativa alla bestia del sovranismo e alle facili promesse del pensiero semplice", tornando "subito nei territori". "Il nostro obiettivo - precisano - non è decidere o comandare. Ma coinvolgere. Se lo vorrete ci rivedremo presto".

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