«Il Pd è il partito meno lontano da noi, quello che a tratti ci ha ascoltato di più, anche se ha tante sfaccettature. Dalle altre parti abbiamo ricevuto più attacchi che sostegno». Così il portavoce delle Sardine, Mattia Santori, a Milano per il primo incontro territoriale verso il congresso. Agli attivisti Santori ha detto che non si può proseguire solo andando contro Salvini e poi ha spiegato: «Abbiamo temi importanti nella nostra carta d’identità, Sud, Decreti sicurezza e sostenibilità della democrazia. Da Scampia se ne aggiungeranno altri». «La richiesta dal basso, confermata anche oggi, è che è meglio essere una lobby della buona politica che confondersi con i partiti - prosegue -. Ha funzionato molto nel momento del coinvolgimento delle persone, crediamo che possa funzionare anche al momento della presentazione delle istanze, è una sfida sicuramente più difficile». «Quali istanze? È veramente tanto presto per parlare delle istanze, potrei rispondere forse fra quattro settimane - ha replicato dopo l’incontro con i rappresentanti lombardi delle Sardine al centro sociale Cantiere, a cui seguiranno altri anche a Torino, Napoli e Lecce -. L’idea è trovare il modo migliore per dare anche una rappresentanza politica a tante persone che hanno creduto e credono che le Sardine possano avere un’influenza sulla politica». «Le Sardine diventeranno un partito? Non credo, non è il nostro obiettivo - dice Santori -. È molto difficile dialogare con la politica non avendo lo stesso peso specifico perché noi non facciamo cadere i governi e non portiamo voti a nessuno, checché ne dicano. Siamo un po' mutilati da questo punto di vista, ma abbiamo il peso dato dall’impatto mediatico, dagli attacchi che subiamo, dalle paure che scateniamo in tante forze politiche che si sentono minacciate, e lo sfruttiamo». «Stiamo girando i territori fisicamente e virtualmente per raccontare quello su cui stiamo lavorando, perché ci rendiamo conto che è mancata la condivisione di scelte, idee e processi», ha chiarito Santori e, a chi gli domandava cosa saranno in futuro le Sardine, ha risposto: «Difficile ascoltare e sintetizzare le istanze e le speranze dei territori, facciamo quello che dovrebbero fare tutti i politici: avere 8mila antenne e, anziché metterci la personalizzazione, portare a fattore comunque quello che emerge dai terrori. Più si ascolta e meno si sbaglia». Il portavoce del movimento ha spiegato poi che nel percorso verso il congresso di Scampia «è più corretto parlare di organizzazione che di istituzionalizzazione. Dalle Sardine sui territori ci viene chiesto di avere un coordinamento più efficace, che adesso non c'è». «Siamo indietro sotto il profilo di organizzazione e comunicazione. Lavoriamo su quello», ha concluso dopo l’incontro al centro sociale Cantiere di Milano, seguito dall’evento 'Sommersi dall’odio, salvati dal mare' con alcuni attivisti di Mediterranea Saving Humans e Sea Watch.