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Prescrizione, Gratteri: "Si tratta di una mediazione al ribasso"

Gratteri in un fotogramma pubblicato su Twitter dalla trasmissione "Mezz'ora in più"

«Io parlo con tutti. Mi chiamano parlamentari da Fdi a Leu, faccio il consulente gratuito ma poi fanno quello che vogliono. Anche Salvini è venuto a trovarmi in ufficio qualche settimana fa. Ma lo posso fare perchè non ho mai chiesto niente a nessuno. Quando vado a Roma faccio la questua al ministero per chiedere uomini e mezzi, ma è normale se si dirige un ufficio».  Lo ha detto il capo della procura di Catanzaro, Nicola Gratteri, rispondendo a una domanda sui complimenti ricevuti da Matteo Salvini. «Sono cose che mi possono pure far piacere, ma non mi toccano perchè non cambiano il mio modo di lavorare», ha aggiunto Gratteri.

«Il problema corruzione nella magistratura c'è, possiamo parlare del 6-7%. E’ grave inimmaginabile, terribile. Noi guadagniamo bene. Io prendo 7200 euro e si vive bene e non c'è lo stato di necessità, non è un padre che ruba per fare mangiare i figli. E’ un fatto di ingordigia. Il potere è avere incarichi o chiedere incarichi per amici degli amici».

«In questo Consiglio superiore della magistratura vedo una forte etica, vedo gente che si indigna. E’ un Csm che mi piace, è molto serio, molto duro». Così il capo della procura di Catanzaro Nicola Gratteri a Lucia Annunziata a 'In mezz'ora in più».

«E' una mediazione al ribasso perché serviva la prescrizione per costringere il legislatore ad interessarsi concretamente per modifiche procedurali al codice di procedura per velocizzare il processo senza diminuire le garanzie dell’imputato». Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri intervistato nella trasmissione di Lucia Annunziata su Rai3 'Mezz'ora in +'. «Legislatore serio deve preoccuparsi del perché un fascicolo resta 4 anni in un armadio del pm» ha aggiunto.

«Tutte queste persone che si stanno ammazzando a gridare contro la prescrizione, perché nel mentre non presentano un’alternativa, un articolato di legge dove dimostrano concretamente che è possibile velocizzare i processi, che è possibile far funzionare la giustizia?».

«E' necessario - ha aggiunto - togliere tutte le condizioni perché un fascicolo non rimanga più fermo. Ogni bambino ha un tablet, ogni persona ha due telefoni però quando chiediamo la tecnologia applicata al processo viene l’orticaria a tutti e dicono che si abbassa il livello di garanzia dell’indagato. L'informatica non abbassa la garanzia, lascia traccia. Non fa altro che aumentare le garanzie. Tecnologia vuol dire efficienza, diminuire il potere discrezionale dell’uomo, quindi diminuire l’abuso. La legge Bonafede ne esce cambiata? si certo ma la storia insegna che le cose dirompenti si fanno nei primi 6 mesi di legislatura poi qualsiasi governo man mano che va avanti ha sempre meno potere e energia».

«Ho conosciuto Renzi nel 2014, il giorno prima che andasse dal presidente Napolitano. Non è che mi fidassi di Renzi, gli dissi quello che bisognava fare e lui era d’accordo su tutto, parlammo di cose strutturali che riguardavano il sistema giudiziario». Ha raccontato Gratteri. «Perchè il veto di Napolitano? Chiedete a lui. Pare che avesse detto che sono un pm troppo caratterizzato. Non so cosa volesse dire - ha aggiunto Gratteri -. E’ vero che sono molto indipendente e non faccio parte di nessuna corrente, ho un carattere duro, non conosco mediazioni al ribasso. In ogni caso, una volta finito l’incarico di ministro, avrei guidato un’azienda agricola, sono un bravo agricoltore, di certo non avrei fatto più il magistrato per una questione di serietà e credibilità».

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