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Coronavirus, rinviato il referendum sul taglio dei parlamentari

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato di rinviare sine die il referendum del 29 marzo sul taglio dei parlamentari. «Abbiamo deliberato di rinviare il referendum. Bisognava fare chiarezza. Non c'è ancora una nuova data, è un rinvio tecnicamente «sine die». Lo dice il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

«Volevo consultarmi con i comitati, ma vi confesso che non ho avuto neanche un piccolo spazio per interloquire con loro. Oggi abbiamo valutato dal punto di vista tecnico la fattibilità o meno del referendum. Mi riprometto di sentire i vari comitati perché si tratterà di trovare un’altra data». Lo dice il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

 

«Il Governo ha deciso di rinviare il referendum del 29 marzo per garantire un’efficace campagna referendaria e adeguata informazione ai cittadini. La nuova data sarà decisa entro il 23 marzo e cadrà in una domenica tra il 50 e il 70 giorno dall’indizione». Lo scrive il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà.

Si dovrà tenere tra il 10 e il 31 maggio il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, dopo il rinvio deciso dal governo a causa del coronavirus. Le scadenze sono imposte dalla legge del 1970 che regola i
referendum.

Dopo il via libera della Cassazione alla legittimità della richiesta del referendum, la legge prevede che il governo abbia 60 giorni di tempo per convocare il Consiglio dei ministri che a sua volta debba fissare la data della Consultazione popolare. Essendo stato dato il via libera dalla Cassazione il 23 gennaio scorso, ne consegue che il decisivo Consiglio dei ministri deve essere convocato entro e non oltre il 23 marzo.

La legge stabilisce quindi che l’esecutivo possa fissare la data del referendum in un giorno tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo. Quindi la forbice è teoricamente molto ampia, visto che il Consiglio dei ministri decisivo potrebbe essere già domani come tra 14 giorni, e che in esso si potrebbe puntare ad una campagna più corta (50 giorni) o più lunga (70). Le domeniche in gioco sono le quattro tra il 10 e il 31 maggio; ma il 17 sono fissate le elezioni regionali amministrative e il 31 i ballottaggi, e quindi se si puntasse a un election day sarebbero le date più probabili.

Se invece il coronavirus non mollasse la presa costringendo a rinviare anche le regionali a settembre, si dovrebbe ricorrere a un decreto per derogare la legge del 1970.

 

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