L'esodo di persone giunte dal Nord mette in allarme il Meridione e di conseguenza Calabria e Sicilia, terrorizzate dal diffondersi del Coronavirus. Per questo i governatori delle due regioni, Nello Musumeci e Jole Santelli, auspicano l'intervento dell'esercito.
In Sicilia «siamo preoccupati per le 31 mila persone arrivate negli ultimi 10-15 giorni» dal Nord, senza contare le «altre migliaia che sono arrivate senza avvertire» che «mettono a rischio quanto stano facendo quei 5 milioni di persone che, con senso del dovere, sta rispettando le misure decise dal governo». Ha detto alla trasmissione di Lucia Annunziata su RaiTre, il presidente della regione Sicilia, per il quale a questo punto «non rimane che richiedere l’aiuto all’esercito» in modo da «mettere i militari ai posti di arrivo, così determiniamo anche un effetto deterrente».
«Non si tratta di mettere i carri armati sulle strade - ha chiarito Musumeci - ma di coadiuvare le Forze dell'ordine, nello scoraggiare gli arrivi dal Centro-nord, ma anche da altri Paesi del Mediterraneo, visto che la Sicilia è una regione di frontiera. Ecco perché il controllo degli accessi assume un importante significato. Proprio per questo ho chiesto al ministro dei Trasporti di predisporre un'ordinanza che blocchi non solo tutti gli arrivi dei mezzi di trasporto nelle ore notturne, ma di impedire o limitare il movimento dei passeggeri extraregionali, consentendo soltanto il trasporto delle derrate alimentari. Ho il dovere di difendere la salute dei miei cittadini».
«Ci stiamo preparando al peggio, anche se fino adesso la diffusione è abbastanza contenuta», prosegue Musumeci, ricordando che ad oggi in Sicilia sono stati contati 188 contagi, di cui 71 ricoverati, tra questi 15 in terapia intensiva, oltre a due decessi. «Abbiamo individuato due reparti da riconvertire» e «pensiamo di recuperare 1000-1500 posti ordinari e 200 di terapia intensiva».
Gli fa eco Jole Santelli: «Abbiamo chiesto al governo misure nazionali, così si può ricorrere all’uso dell’esercito - dichiara la presidente della Regione Calabria -. Questa è la prima emergenza che affrontiamo senza il coordinamento e il controllo diretto delle prefetture. Credo che vada coinvolto di più il Viminale».
«Non immagino l’esercito in assetto da guerra», ha precisato Santelli, che lo immagina più in affiancamento alle forze dell’ordine. «Non sono in condizioni di dare numeri di resistenza», ha poi ha risposto a Lucia Annunziata che ha chiesto a tutti i presidenti delle Regioni del Sud Italia come si sono organizzati per rispondere all’emergenza sanitaria e di cosa hanno bisogno per affrontara. «La Calabria è probabilmente in una situazione peggiore rispetto a Puglia e Sicilia. Abbiamo solo 100 posti in terapia intensiva e ci mancano macchinari. Non sono in grado di dare una realistica previsione del contenimento».
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