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Nuovo decreto di Conte: 400 milioni ai Comuni per buoni spesa e generi alimentari

Giuseppe Conte

Una risposta rapida e immediata a chi ne ha più bisogno, a partire da chi non riesce più a fare la spesa. Mentre studia gli interventi da inserire nel prossimo decreto di aprile per mitigare i danni economici del Coronavirus il governo accelera e anticipa, via Dpcm, 4,3 miliardi del Fondo di solidarietà ai Comuni, con le casse in difficoltà. E stanzia in aggiunta, con ordinanza della Protezione civile, 400 milioni subito «per buoni spesa ed erogazioni di generi alimentari».

«Sappiamo che tanta gente sta soffrendo ma lo Stato c'è» dice il premier Giuseppe Conte, mentre il ministro Roberto Gualtieri, seduto al suo fianco (ma rispettando il metro di distanza) assicura che «nessuno sarà lasciato da solo» e annuncia che, accanto a questa prima misura si sta lavorando per «rafforzare e allargare» la platea dei beneficiari del bonus da 600 euro oggi dedicato ad autonomi, collaboratori, partite Iva e stagionali, anche a chi «non ha fonti di reddito».

Una sorta quindi di reddito «di emergenza», come la proposta lanciata sia dal Movimento 5 Stelle sia dal Pd, che non si tradurrà però in una riforma complessiva del Reddito di cittadinanza ma sarà una risposta da mettere in campo durante l’emergenza. Così come non ci sarà alcuna riforma fiscale, al momento, ha sottolineato Gualtieri, mettendo a tacere i mal di pancia scatenati nella maggioranza dall’idea del ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, di valutare anche l’ipotesi di una patrimoniale.

Due le formule allo studio per dare un reddito a chi ha zero (o ha in nero) e non risulta beneficiario di nessun altro sussidio: o l’estensione del Reddito di ultima istanza o la creazione di una sessione apposita all’interno del Reddito di cittadinanza. In ogni caso si tratterebbe di una misura a tempo. Per le famiglie, poi, in attesa del Family Act che arriverà con «la ripartenza», il ministro Elena Bonetti, lancia la proposta di un assegno mensile di almeno 100 euro per ogni figlio».

Mentre il Pd, attraverso una serie di ordini del giorno al decreto Cura Italia, ora all’esame del Senato, guarda anche al sostegno per chi vive in affitto e chiede di stanziare altri 100 milioni per il Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli. Intanto i Comuni, «già da domani» avranno a disposizione risorse fresche per aiutare i più deboli: «Arrivano centinaia di richieste da famiglie in difficoltà economiche e sociali, faremo la nostra parte» assicura il presidente dell’Anci, e sindaco di Bari Antonio Decaro, parlando di un provvedimento che consente «una risposta veloce a chi ne ha bisogno».

Una scelta cui ha lavorato il Mef nelle ultime ore, insieme all’Anci, e che il governo ha preso mentre si moltiplicano tensioni e proteste, soprattutto al Sud e nel giorno in cui il Banco Alimentare ha fatto sapere che le richieste di aiuti sono già salite del 20%. Immissione di liquidità immediata e misure di sussistenza per fare fronte ad una situazione di indigenza di numerose famiglie italiane sono alcuni degli obbiettivi anche del prossimo decreto legge, ha confermato Gualtieri anche al resto della compagine dem di governo.

Le risorse sul piatto, ha ribadito anche il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, andranno «oltre» i 25 miliardi del Cura Italia.  L’esecutivo intanto corre per rendere operative le misure del decreto: è andato in Gazzetta Ufficiale il nuovo regolamento per accedere al Fondo Gasparrini per sospendere i mutui prima casa, esteso anche agli autonomi, senza necessità di presentare l’Isee ma mantenendo il tetto di 250mila euro di mutuo.

Ed è stato appena firmato il decreto che destina 200 dei 300 milioni oggi disponibili per il bonus da 600 euro per i professionisti iscritti alle casse private. Le domande si potranno fare a partire dal 1 aprile anche per le altre categorie destinatarie dell’indennizzo da 600 euro mentre, assicura Conte, i destinatari della Cig potrebbero accedere «entro il 15 aprile e se possibile anche prima».

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